Casi stabili, salgono le terapie intensive

Segnali di ripresa nella circolazione del virus

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La crescita dei nuovi casi positivi è abbastanza stabile, con 1.851 nuovi contagiati per un totale dall’inizio dell’epidemia pari a 314.861 persone. I tamponi sono molti di più di ieri, 105.564.

I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 19, per un totale di 35.894.

Sale ancora il numero delle terapie intensive, ora 280.

Intanto, il ministro della Salute Speranza ha disposto l’obbligo del tampone per le persone provenienti dalla Francia.

Il governo ha deciso la chiusura di discoteche e locali da ballo allo scopo di contenere il progressivo aumento dei contagi fra i più giovani.

Alcuni tipi di cancro offrono protezione da Sars-CoV-2

Studiarne i meccanismi di resistenza potrebbe portare a nuove terapie

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Le persone colpite da tumore del polmone e della testa – collo potrebbero essere più resistenti alla infezione da SARS-CoV-2 rispetto alle persone sane.

A mettere in luce aspetti inattesi e sorprendenti sulle interazioni tra COVID-19 e cancro è un lavoro appena pubblicato sulla rivista Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, frutto della intensa collaborazione tra l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, l’Istituto San Gallicano, l’Università di Milano e l’Università di Chicago.

Lo studio prende in considerazione due tipi di tumori: testa-collo e polmone, ovvero i tumori di quegli organi, delle vie aeree alte e basse, maggiormente attaccati dal nuovo coronavirus.

Sono stati analizzati i profili di espressione genica di 478 pazienti affetti da tumore della testa-collo, 510 affetti da adenocarcinoma polmonare e 501 da tumore del polmone a cellule squamose.

Covid, meno morti grazie al vaccino antinfluenzale

Studio svela nesso positivo tra profilassi antinfluenzale e numero di decessi

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C’è un rapporto inversamente proporzionale fra la maggiore adesione alla vaccinazione antinfluenzale e il numero di contagi e decessi causati da Sars-CoV-2.

A evidenziarlo è uno studio del Centro Cardiologico Monzino, secondo cui nelle regioni italiane che mostrano un tasso di vaccinazione più alto i decessi per Covid-19 sono inferiori alla media.

“Quel che abbiamo fatto è stato mettere in relazione i dati regionali sui tassi di vaccinazione antinfluenzale dello scorso anno con quelli sulla diffusione di Covid negli over 65”, spiega Mauro Amato, ricercatore del Centro Cardiologico Monzino e primo autore dell’articolo.

Casi stabili, salgono i decessi

Segnali di ripresa nella circolazione del virus

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La crescita dei nuovi casi positivi è abbastanza stabile, con 1.648 nuovi contagiati per un totale dall’inizio dell’epidemia pari a 313.011 persone.

Aumentano i decessi, nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati 24, per un totale di 35.875.

Sale ancora il numero delle terapie intensive, ora 271. Il numero dei tamponi risale a quota 90.185.

Intanto, il ministro della Salute Speranza ha disposto l’obbligo del tampone per le persone provenienti dalla Francia.

Covid-19 e Sindrome di Down, mortalità più alta

I livelli di mortalità salgono rispetto alla popolazione generale

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La mortalità per CoVID-19 tra le persone con Sindrome di Down (SD) potrebbe essere stata fino a 10 volte maggiore rispetto a quella della popolazione generale.

A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, insieme a quelli dell’Università Cattolica, Campus di Roma, hanno analizzato 3.438 grafici, elaborati dallo stesso ISS dal 22 febbraio 2020 all’11 giugno 2020, identificando 16 decessi in persone con SD.

Persone più giovani rispetto a quelle senza SD decedute con CoVID-19 (52 contro 78 anni) e con un rischio maggiore di complicanze non respiratorie come sepsi (31% vs. 13%).

Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Medical Genetics, è in linea con le conclusioni di un altro studio retrospettivo condotto negli Stati Uniti sui pazienti ospedalizzati con CoVID-19.

Scoperto nuovo punto debole dell’atrofia muscolare spinale

Un meccanismo blocca il normale processo di formazione delle proteine

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Nuovi orizzonti nella comprensione dell’atrofia muscolare spinale (SMA), devastante malattia genetica che colpisce un neonato ogni 6.000-10.000 nati, a oggi la principale causa di mortalità infantile associata a una malattia genetica.

La SMA è causata dalla perdita o dalla mutazione del gene Smn1, che riduce i livelli di una proteina nota come Survival Motor Neuron (SMN) e provoca, fin dai primi mesi di vita, difetti nei motoneuroni e debolezza muscolare.

Uno studio europeo coordinato dall’Istituto di biofisica (Ibf) del Consiglio nazionale delle ricerche di Trento – al quale hanno partecipato ricercatori delle Università di Edimburgo, Utrecht, Trento, dell’Istituto Sloveno di Chimica e dell’azienda biotech Immagina – ha individuato un nuovo meccanismo che “blocca” il normale processo di formazione delle proteine in individui affetti da tale patologia.