Calano i morti, ricoveri stabili

Ormai nel pieno della seconda ondata. Rimanete a casa, è ora di capirlo

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I numeri dell’ultimo bollettino segnalano una situazione di sostanziale stabilità. I nuovi casi di contagio sono 11.252, mentre i tamponi totali, fra antigenici e molecolari, sono 213.364. Ne risulta un tasso di positività uguale a ieri, pari al 5,3%.

A calare sono i decessi; si registrano infatti 237 morti per un totale di 88.516 vittime da febbraio 2020.

I ricoveri scendono, ma di pochissimo: sono 20.096 (-2) mentre le terapie intensive scendono a 2.215 (-3).

Sono 1.958.691 le somministrazioni di vaccini effettuate finora. Il 3,1% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid e 617.867 persone hanno completato il loro percorso vaccinale.

Dopo il ritardo nelle consegne della scorsa settimana, Pfizer ha ricominciato a consegnare le dosi stabilite e la campagna vaccinale ha ripreso il proprio ritmo.

Covid, studio sperimenta nuovo farmaco

Partito studio clinico per testare efficacia del raloxifene

È partito un nuovo studio per verificare la potenziale efficacia del farmaco raloxifene in caso di Covid-19. La ricerca è stata organizzata nell’ambito di un nuovo protocollo a disposizione dei medici di base per la cura della malattia nei loro assistiti.

Il sistema prevede tre strutture di riferimento, l’Humanitas di Milano e Bergamo, lo Spallanzani di Roma e il Monaldi di Napoli.

I medici di base potranno sfruttare il protocollo per il trattamento domiciliare delle persone positive che prevede l’uso di raloxifene e un monitoraggio delle condizioni del paziente in telemedicina grazie a un kit dedicato.

Il medico di base delle città interessate potrà inserire il paziente positivo paucisintomatico nel nuovo protocollo beneficiando di una linea telefonica dedicata.

Scoperto il tallone d’Achille del cancro

L’aneuploidia può essere un punto debole da colpire

La rivista scientifica Nature pubblica gli importanti risultati del lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori, fra cui Stefano Santaguida e Marica Ippolito dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano.

Il tema della scoperta riguarda il “tallone d’Achille” del cancro: una ben nota alterazione della struttura genetica delle cellule tumorali, la aneuploidia, che può essere un punto debole da utilizzare per colpire il tumore.

Allo studio, coordinato dal Dipartimento di Genetica Molecolare Umana dell’Università di Tel Aviv, hanno partecipato anche un progetto finanziato dal Ministero della Salute e uno sostenuto da Fondazione AIRC. Insieme a IEO e all’Università Statale di Milano, hanno partecipato gli istituti americani MIT, Harvard, Dana Farber, Università del Vermont, e il tedesco Kaiserlautern.

Coronavirus, chi contagia di più in famiglia

Bambini e adolescenti vettori privilegiati del virus

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Malgrado siano i soggetti che meno devono temere un’infezione da Sars-CoV-2, bambini e adolescenti sono tuttavia quelli più contagiosi all’interno di un nucleo familiare.

Lo dimostra uno studio del Wuhan Center for Disease Control and Prevention firmato da Fang Li, che spiega: «Abbiamo mirato a valutare la trasmissibilità domestica di Covid-19 e i fattori di rischio associati all’infettività e alla suscettibilità alle infezioni a Wuhan studiando le famiglie di tutti i casi di Covid-19 confermati in laboratorio o clinicamente, e le infezioni asintomatiche da Sars-CoV-2 confermate in laboratorio tra il 2 dicembre 2019 e il 18 aprile 2020».

Lo studio, pubblicato su Lancet Infectious Diseases, mostra anche come le persone con maggiore potere infettivo siano quelle che si trovano in una condizione presintomatica.

Cancro del colon, utile il test immunochimico fecale

Favorisce la diagnosi precoce grazie alla sua semplicità

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Intervenire il prima possibile in caso di cancro al colon è fondamentale. Tuttavia, spesso le persone tendono a rimandare gli screening perché invasivi e fastidiosi. Uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer segnala l’efficacia del test immunochimico fecale (Fit), che favorisce la diagnosi precoce salvando così tante vite.

«I nostri risultati sono entusiasmanti: abbiamo mostrato che questo test semplice ed economico si è comportato eccezionalmente bene in un gruppo di pazienti con sintomi a basso rischio, indicandoci in maniera veloce e accurata chi dovesse essere indirizzato a ulteriori indagini», spiega Sarah Bailey, della University of Exeter Medical School, che ha diretto lo studio.

Covid. Dati inattendibili, i contagi sono molti di più

L’allarme dell’intelligence in un rapporto riservato al governo

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Sulla scrivania del presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte è arrivato un preoccupante rapporto dell’intelligence sull’epidemia da Sars-CoV-2.

I servizi tengono sotto controllo da tempo lo sviluppo dell’epidemia per i suoi potenziali effetti sull’assetto sociale e sulla sicurezza del paese. Che il disagio provocato dal virus si trasformi in rabbia sociale è un rischio testimoniato dalle violente proteste avvenute nei giorni scorsi in Olanda.

Il documento redatto dagli 007 italiani afferma che il conto dei nuovi positivi è completamente sballato e che la realtà parla di almeno il 40-50% in più di contagi giornalieri. E la ragione appare chiaramente nel testo: “Il totale dei contagiati è sottostimato a causa del calo del numero dei tamponi avvenuto a metà novembre 2020”, scrivono gli analisti.

Nuovo anticorpo ad ampio spettro per il coronavirus

Resisterebbe meglio alle mutazioni in atto

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Un anticorpo ad ampio spettro contro la famiglia dei coronavirus è in fase di sviluppo da parte dell’azienda Adagio Therapeutics, che annuncia su Science i risultati dei primi test.

L’anticorpo, denominato per il momento ADG-2, non si limiterebbe a colpire Sars-CoV-2 e le sue varianti, ma sarebbe efficace anche nei confronti degli altri coronavirus che in futuro potrebbero effettuare il tanto temuto salto di specie e minacciare di nuovo l’umanità.

L’anticorpo è stato selezionato e ingegnerizzato sulla base degli anticorpi prodotti naturalmente da un paziente sopravvissuto alla Sars nel 2003. I test in vitro e su modello murino “dimostrano che l’anticorpo ha una capacità neutralizzante nei confronti di SarsCoV2 che è paragonabile o addirittura superiore a quello degli altri anticorpi attualmente in via di sviluppo per Covid-19.

Terapia genica per la distrofia retinica ereditaria

Autorizzata da Aifa in regime di rimborsabilità

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La distrofia retinica ereditaria può essere ora combattuta grazie a una nuova terapia genica. Il trattamento è indicato per le forme con mutazione Rpe65, come ha confermato un incontro web sul tema.

Francesca Simonelli, docente di Oftalmologia e direttrice della Clinica oculistica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, spiega:

Le distrofie retiniche ereditarie sono patologie rare della retina che colpiscono nel loro insieme una persona su 2mila. Sono malattie genetiche, dovute alla disfunzione di geni che impediscono la formazione di proteine o enzimi cruciali per lo svolgimento del ciclo visivo. Esistono molti tipi di distrofia retinica differenti tra di loro, associate a più di 200 geni e hanno in comune un esordio molto precoce, alla nascita o nella prima infanzia, con un decorso progressivo verso la grave perdita di vista o la cecità adulta.

Neuroblastoma, individuati due nuovi marcatori

Predicono le possibilità di sopravvivenza dei pazienti

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Identificati due nuovi marcatori cellulari e genetici in grado di predire la sopravvivenza dei pazienti affetti da neuroblastoma.

La scoperta è il frutto di uno studio realizzato dall’area di ricerca di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler di Trento. La ricerca, finanziata da AIRC e Ministero della Salute, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications.

Oltre a fornire nuovi strumenti per la prognosi, i risultati ottenuti consentiranno di individuare i pazienti oncologici che potranno beneficiare maggiormente di terapie immunologiche per sconfiggere il tumore.

Il neuroblastoma è il tumore solido extracranico più comune dell’età pediatrica (rappresentando circa il 7-8% dei tumori nei bambini). L’età media alla diagnosi è di 18 mesi.

Celiachia, l’esposizione accidentale al glutine

Studio analizza le possibili contaminazioni nei prodotti senza glutine

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Quando la dieta gluten free sembra non funzionare, uno dei primi aspetti da indagare è la corretta aderenza alla prescrizione dietetica e la possibilità di esposizione, anche accidentale, al glutine. Per la prima volta, uno studio tutto italiano ha analizzato con una metodica diretta l’esposizione accidentale al glutine nella dieta dei bambini.

ll glutine è un ingrediente presente in molti alimenti commerciali (es. insaccati, minestre pronte, salse, ecc.), ma può anche contaminare – in fase di produzione – ingredienti che normalmente ne sono privi, come avena e legumi. Un’esposizione giornaliera protratta superiore ai 10 mg può essere sufficiente per provocare danni significativi ai villi intestinali.