Antidepressivi, come e quando interrompere il trattamento

Ancora non è chiaro quale sia l’approccio migliore

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È ancora oggetto di discussione il metodo migliore per interrompere l’assunzione di farmaci antidepressivi. Una revisione della Cochrane Library ha cercato di capire quale sia l’approccio da seguire.

«Le linee guida in genere raccomandano di assumere antidepressivi fino a 6-12 mesi dopo il miglioramento, o fino a 2 anni nelle persone a rischio di ricaduta, ma molti assumono antidepressivi per periodi più lunghi, e fino alla metà delle persone in tale situazione non ha una chiara ragione medica per continuare a prenderli», afferma Ellen Van Leeuwen, dell’Università di Ghent, in Belgio, autrice principale dello studio.

L’utilizzo a lungo termine degli antidepressivi può associarsi a disturbi del sonno, aumento di peso, disfunzione sessuale, emorragie e problemi gastrointestinali.

Running: lo sport per chi ama correre

Il running è lo sport perfetto per chi ama cimentarsi in corse e prestazioni fisiche che mirano ad attività cardio. 

Il runner, ovvero chi fa running, punta a migliorare ogni giorno le proprie performance, magari riducendo al massimo i tempi sui famosi 10000 metri, un obiettivo molto ambito per gli amanti di questo sport.

Gli appassionati amano partecipare anche a maratone, un motivo in più per allenarsi con costanza tutto l’anno e andare alla ricerca dei giusti strumenti per farlo.

L’abbigliamento giusto per fare running

Una buona performance di corsa è permessa sia dalle abilità dello sportivo che dall’abbigliamento utilizzato.

Prima di scoprire quale sia il giusto abbigliamento running per eventi, per vestire team o semplicemente per andare a correre su strada in solitaria, è necessario sottolineare quali sono i materiali da prediligere e quali da evitare.

Chiunque, nel proprio armadio, ha almeno una t-shirt o una canotta di cotone e quando andiamo a fare sport siamo tentati ad indossarla. 

Sbagliato!

Il cotone sul corpo funziona come una spugna, trattenendo l’umidità del sudore evitando alla pelle di mantenere temperature adeguate. Il sudore inoltre, a contatto con il cotone, dopo qualche minuto di pausa dall’attività fisica tende a raffreddarsi, specialmente d’inverno. In estate invece tende a surriscaldarsi, rendendo le prestazioni sportive veramente molto scomode. 

L’abbigliamento perfetto per fare running infatti è realizzato in tessuto tecnico sportivo, che a differenza di altri materiali ha un’ottima traspirabilità, perfetta per far evaporare il sudore e permettere allo sportivo di rimanere fresco e asciutto. La consistenza inoltre è veramente soffice, apporta un senso di leggerezza e veste il corpo senza fasciarlo troppo.

La raccomandazione più grande quindi, è quella di prestare attenzione alla composizione dei materiali, riportata sulle etichette.

Indumenti per fare running: scopriamoli nel dettaglio

Una volta appurato quale sia il tessuto più adatto per fare running, andiamo a vedere nello specifico quali capi non devono mai mancare nel guardaroba di un runner.

Prima di tutto citiamo canotte, maglie, gilet e felpe.

Quest’ultime possono presentare cappucci, zip o esserne prive, il tutto stabilito in base ai propri gusti e alle proprie esigenze.

Completano gli outfit i cosciali, i leggings, gli slip ed i pantaloncini, ovvero i capi che permettono di vestire la parte inferiore del corpo e che per molti costituiscono l’abbigliamento fondamentale, in quanto vestono gli arti più coinvolti nel running.

I leggings in particolare, devono fasciare le gambe in maniera equilibrata, concedendo un senso di contenimento ma non di pressione scomoda e limitante.

In ultimo poi, non dobbiamo tralasciare il lato estetico, in quanto anche l’occhio vuole la sua parte, specialmente durante gli eventi sportivi quando si mira ad essere ben identificati grazie a colori e design e a voler fare la differenza “sul campo”.

Ecco quindi che vi abbiamo parlato di indumenti ideati per garantire il massimo del comfort, permettendo agli sportivi movimenti fluidi e veloci. 

Le cuciture sono in molti casi assenti o fatte in maniera tale da non creare bruciori, abrasioni e fastidi durante la corsa.

Covid, gli anticoagulanti riducono la mortalità

Mortalità più bassa a 60 giorni nei pazienti ricoverati

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L’uso degli anticoagulanti ha l’effetto di ridurre il tasso di mortalità a 60 giorni nei pazienti ricoverati per Covid.

Lo dimostra uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team della University of Utah di Salt Lake City coordinato da Valerie Vaughn, che spiega:

«La tromboembolia venosa (Tev) è una complicanza comune del Covid-19. Non è ben chiaro come gli ospedali abbiano gestito la prevenzione della Tev e l’effetto delle strategie di prevenzione sulla mortalità, per cui abbiamo cercato di valutare questa situazione».

Il campione era costituito da 1.351 pazienti con Covid-19, 18 dei quali (1,3%) hanno avuto un episodio di Tev confermato e 219 (16,2%) hanno ricevuto anticoagulanti alla dose di trattamento.

Sclerosi multipla, nuovo meccanismo di demielinizzazione

Responsabile un eccessivo rilascio di rame da parte degli astrociti

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Un gruppo di ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano coordinati da Cinthia Farina, responsabile del laboratorio di Immunobiologia dei Disordini Neurologici, ha identificato nel malfunzionamento del trasporto del rame un nuovo processo patologico alla base della demielinizzazione a cui sono soggetti i pazienti con sclerosi multipla.

La scoperta, pubblicata oggi sulla prestigiosa rivista PNAS, riguarda in particolare il ruolo del recettore TrkB, che risulta espresso in modo anomalo dagli astrociti presenti nelle aree cerebrali colpite dalla malattia.

È proprio questo recettore a governare il rilascio del rame nella materia bianca: come altri metalli pesanti – ad esempio il ferro o lo zinco – il rame può risultare tossico e promuovere la morte cellulare se presente in quantità eccessive.

Tasso al minimo storico, 34 per cento di vaccinati

Tutta Italia in zona bianca ma bisogna stare attenti o si torna indietro

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Sono 679 i nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2. I decessi sono 42, per un totale di 127.542 dall’inizio dell’epidemia.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 190.635 tamponi, il che produce un tasso di positività dello 0,3%. I ricoveri continuano a calare, arrivando a 1.676, 47 in meno in un giorno, mentre le terapie intensive sono 270, 19 in meno rispetto a 24 ore fa.

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state inoculate 50.807.912 dosi, mentre 18.306.950 persone hanno ormai completato il percorso e risultano protette dal virus.

In termini percentuali, il 55,5 della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre il 33,9% ha completato il ciclo vaccinale.

Nuove terapie per angina pectoris e insufficienza cardiaca

Risolta la struttura del canale del pacemaker HCN4

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Il battito cardiaco è in prima istanza un processo elettrico ed è per sua natura automatico, non dipende cioè da impulsi esterni. A garantirne l’automaticità contribuiscono i canali HCN, proteine che generano delle piccole correnti elettriche che collegano la fine di un battito al successivo.

Lo studio internazionale coordinato dall’Università Statale di Milano mostra, per la prima volta, una proteina HCN in conformazione aperta, e permette di spiegare come le cariche elettriche passino attraverso di essa.

“Il risultato ha un forte impatto in ambito farmacologico in quanto fornisce i dettagli atomici dell’azione dell’Ivabradina, l’unico inibitore dei canali HCN in commercio, ponendo le basi per lo sviluppo di nuovi farmaci”, commenta il Dott. Andrea Saponaro, primo autore dello studio.