Cibi processati e malattia infiammatoria intestinale

Cibi processati e malattia infiammatoria intestinale

Alimentazione_14403.jpg

L’assunzione di cibi ultralavorati è associata a un rischio più alto di insorgenza della malattia infiammatoria intestinale (IBD). Lo dice uno studio pubblicato sul British Medical Journal da Neeraj Narula della McMaster University, che spiega:

«La malattia infiammatoria intestinale (IBD) è più comune nelle nazioni industrializzate e si pensa che i fattori dietetici possano avere un ruolo importante, ma i dati che collegano l’assunzione di cibo ultralavorato all’IBD sono limitati».

Gli scienziati hanno esaminato le abitudini di 116.087 adulti di età compresa fra 35 e 70 anni di 21 paesi a basso, medio e alto reddito. Nel corso del follow up, durato 9,7 anni, 467 partecipanti hanno sviluppato una IBD, nella maggior parte dei casi una colite ulcerosa.

Alzheimer, nei soggetti a rischio efficaci gli Omega 3

Il consumo di pesce azzurro può aiutare nella prevenzione

Morbo di Alzheimer_3737.jpg

In assenza di problemi cognitivi, nei soggetti a rischio di Alzheimer il consumo di pesce azzurro è associato a una maggiore resilienza cerebrale. Lo dimostra uno studio condotto dal Barcelona Beta Brain Research Center su 340 soggetti.

Una maggiore assunzione di Dha sembra prevenire la neurodegenerazione. Già uno studio del 2015 aveva segnalato un rischio ridotto di Alzheimer nei soggetti che assumono Dha.

Tuttavia, alcuni studi controllati randomizzati su integrazione di Dha e cognizione hanno prodotto risultati contrastanti. È possibile che i risultati contraddittori siano dovuti almeno in parte al corredo genetico, in particolare il genotipo ApoE epsilon 4/4.

Covid, utile l’ecografia transtoracica

Può aiutare a individuare i pazienti maggiormente a rischio

Varie_5076.jpg

Un esame potenzialmente utile per l’individuazione dei pazienti maggiormente a rischio di Covid grave è l’ecografia transtoracica. Lo afferma uno studio pubblicato sullo European Journal of Clinical Investigation da un team dell’Università di Salerno.

Nello specifico, l’esame può aiutare a individuare l’eventuale riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) e l’escursione sistolica del piano dell’anello tricuspidale (TAPSE).

«Covid-19 può essere complicata da sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) e problemi cardiovascolari, tra cui aritmie gravi, sindromi coronariche acute, miocardite ed embolia polmonare. Noi abbiamo cercato di identificare le condizioni cliniche e i parametri ecocardiografici associati alla mortalità intraospedaliera nei pazienti con infezione da Sars-CoV-2», spiega Angelo Silverio, primo autore dello studio.

Salgono i ricoveri, oltre 200 le terapie intensive

Tutta Italia in zona bianca ma bisogna stare attenti o si torna indietro

Varie_14317.jpg

Sono 6.619 i nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2. I decessi sono 18, per un totale di 128.047 dall’inizio dell’epidemia.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 247.486 tamponi, il che produce un tasso di positività del 2,7%. Salgono i ricoveri, arrivando a 1.812 (+82), mentre le terapie intensive salgono a 201, 7 più di ieri.

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state inoculate 67.755.390 dosi, mentre 31.918.616 persone hanno ormai completato il percorso e risultano protette dal virus.

In termini percentuali, il 62,9% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre il 59,1% ha completato il ciclo vaccinale.

Come ridurre le diagnosi sbagliate nel cancro della prostata

Utilizzo combinato di risonanze magnetiche e biopsie mirate

Tumore alla prostata_4787.jpg

Negli screening per il cancro della prostata c’è un problema di sovradiagnosi che potrebbe essere risolto servendosi di risonanze magnetiche e biopsie mirate.

A dirlo è uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma diretto da Tobias Nordström, che spiega:

«La maggior parte dei paesi non ha introdotto lo screening per il cancro della prostata a livello nazionale, perché i metodi attuali portano a diagnosi e biopsie eccessive e non necessarie. I nostri risultati mostrano tuttavia che utilizzando metodi più moderni per lo screening di questo tumore è possibile conservarne i benefici riducendo sostanzialmente i danni».

Al momento, lo screening viene effettuato con il test dell’antigene prostatico specifico (Psa) e le biopsie tradizionali, ma i risultati, spesso inaffidabili, causano il ricorso a indagini invasive non necessarie.

Diabete, efficace l’insulina a lento rilascio

L’obiettivo è semplificare e rivoluzionare la cura dei pazienti diabetici

Varie_4448.jpg

Due tra i primissimi studi internazionali a mostrare al mondo i risultati incoraggianti di una tra le più importanti novità terapeutiche in campo diabetologico degli ultimi tempi – la nuova insulina che può essere somministrata sottocute solo una volta per settimana anziché una volta al giorno – sono stati pubblicati sul numero di luglio 2021 della rivista Diabetes Care.

A uno di questi due studi multicentrici, che ha visto collaborare canadesi, statunitensi e britannici, ha contribuito l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Questo studio multicentrico di fase II ha coinvolto 154 pazienti affetti da diabete di tipo 2 ed in trattamento giornaliero con insulina basale e con almeno un farmaco ipoglicemizzante orale.

Nuove speranze di cura per il medulloblastoma

Terapia possibile per il cancro cerebrale più comune fra i bambini

Tumore cerebrale_3080.jpg

Una nuova speranza per la cura del medulloblastoma, il tumore cerebrale maligno più diffuso in età pediatrica.

I ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in collaborazione con le Università di Tor Vergata, Sapienza e di Trento, hanno scoperto il meccanismo che scatena la forma più aggressiva di questa malattia e hanno individuato due farmaci potenzialmente in grado di bloccare la crescita del cancro e delle metastasi.

Lo studio, sostenuto interamente da AIRC, è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Acta Neuropathologica.

ll medulloblastoma è un tumore cerebrale maligno con un’incidenza, in Italia, di circa 7 bambini colpiti ogni milione. Il tasso di sopravvivenza globale è attualmente dell’80% per i pazienti a rischio ‘standard’; il dato scende purtroppo al 30-60% per quelli ad alto rischio.

Oltre 6.000 nuovi casi, salgono anche i ricoveri

Tutta Italia in zona bianca ma bisogna stare attenti o si torna indietro

Varie_14317.jpg

Sono 6.171 i nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2. I decessi sono 19, per un totale di 128.029 dall’inizio dell’epidemia.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 224.790 tamponi, il che produce un tasso di positività del 2,7%. Salgono i ricoveri, arrivando a 1.730 (+45), mentre le terapie intensive salgono a 194, 11 più di ieri.

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state inoculate 67.223.679 dosi, mentre 31.558.471 persone hanno ormai completato il percorso e risultano protette dal virus.

In termini percentuali, il 62,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre il 58,4% ha completato il ciclo vaccinale.

Covid, Pfizer meno efficace dopo 6 mesi

Il calo riguarda però solo la capacità di prevenire il contagio

Varie_6773.jpg

Dopo 6 mesi dalla seconda dose cala l’efficacia di prevenzione del contagio, ma rimane alta quella di protezione dalle forme gravi di Covid. È il sunto di uno studio ancora in attesa di peer review sull’efficacia del vaccino di Pfizer.

A 6 mesi dalla seconda dose, infatti, l’efficacia nel prevenire il contagio cala dal 96 all’83,7%, mentre per le forme gravi di Covid rimane altissima, al 97%.

I numeri mostrano un calo progressivo dell’efficacia contro Covid sintomatico di circa il 6% ogni 2 mesi. Il campione è formato da 42mila volontari di 6 paesi che hanno partecipato a una sperimentazione organizzata da Pfizer e BioNTech.

Ballare contrasta gli effetti della menopausa

Vantaggi fisici e psicologici legati alla danza

Menopausa_4674.jpg

Danzare fa bene al corpo e all’anima. È quanto sostiene una ricerca della Universidade de São Paulo pubblicata su Menopause. Lo studio evidenzia gli effetti positivi del ballo soprattutto in relazione alla menopausa.

Nel corso della menopausa le donne vanno incontro con maggiore probabilità a un aumento del peso, dei trigliceridi e del colesterolo Ldl. Tutti elementi che finiscono con l’aumentare il rischio cardiovascolare.

Inoltre, spesso si riduce l’attività fisica con conseguente diminuzione della massa magra e un aumento del rischio di cadute e fratture. Il risultato di queste trasformazioni è una riduzione significativa del livello di autostima.

Diversi studi hanno dimostrato l’effetto positivo dell’attività fisica in menopausa, e quello della danza in particolare.