Come si cura l’esofago di Barrett


Condizione reversibile ma che a volte anticipa il cancro

L’esofago di Barrett è una malattia dell’esofago che comporta l’alterazione della mucosa esofagea, correlato il più delle volte al reflusso di succo acido gastrico (Malattia da reflusso gastroesofageo – MRGE). Questa alterazione, detta anche metaplasia intestinale (meta dal greco trasformazione), è uno stato reversibile, ma, se non trattato, può diventare in una parte di pazienti, per fortuna modesta, una condizione precancerosa (displasia prima di basso e poi di alto grado) e negli anni trasformarsi in neoplasia maligna.
A parlarcene il Prof. Riccardo Rosati, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Gastroenterologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Dottor Elio Treppiedi, aiuto chirurgo presso la stessa Unità.
L’esofago di Barrett ha una prevalenza compresa tra lo 0.5% ed il 2% della popolazione mondiale adulta. In particolar modo si riscontra frequentemente …  (Continua) leggi la 2° pagina esofago, tumore, Barrett,

Cancro della prostata, efficace darolutamide


Per il trattamento della malattia metastatica ormonosensibile

Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea del Farmaco ha raccomandato darolutamide, inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi), più terapia di deprivazione androgenica (ADT) in associazione a docetaxel per l’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione Europea (EU) per il trattamento dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHSPC). Darolutamide è già approvato per il trattamento dei pazienti con tumore della prostata non metastatico resistente alla castrazione (nmCRPC), a rischio elevato di sviluppare metastasi.
“Con il parere positivo del CHMP, darolutamide ha il potenziale di diventare un nuovo standard di cura per i pazienti eleggibili affetti da tumore della prostata,” afferma Christine Roth, membro dell’Executive Committee della Divisione Pharmaceuticals e Direttore Oncology SBU di Bayer. “Grazie ai dati di …  (Continua) leggi la 2° pagina prostata, tumore, darolutamide,

Artrite reumatoide, efficace sarilumab contro il dolore


Effetti migliori rispetto ad adalimumab

Il farmaco sarilumab si è rivelato più efficace di adalimumab nel contrastare il dolore articolare sproporzionato (DP) nei soggetti con artrite reumatoide attiva. A dimostrarlo è un’analisi pubblicata su Rheumatology e basata su 3 studi di fase 3.
Per dolore articolare sproporzionato si intende la condizione in cui il dolore percepito è superiore a quanto atteso dall’entità del danno articolare e dall’infiammazione in atto. In questi pazienti, di solito, il dolore rimane costante nonostante il trattamento con antinfiammatori e antireumatici.
Sarilumab, un anticorpo monoclonale completamente umano diretto contro l’antagonista del recettore IL-6, è approvato per il trattamento dell’AR attiva moderata-grave.
Dato che IL-6 può svolgere un ruolo sia a livello periferico che centrale nei meccanismi del dolore, si ipotizza che bloccando gli effetti di IL-6 si possono ridurre entrambe le …  (Continua) leggi la 2° pagina artrite, reumatoide, sarilumab,

Malattie tropicali, preoccupa quella di Chagas


Italia al quarto posto in Europa per diffusione

Con 4mila casi all’anno di malattie tropicali neglette, l’Italia si piazza al quarto posto in Europa per diffusione nell’area europea dopo Inghilterra, Francia e Germania. Un numero sottostimato rispetto alla reale incidenza che è almeno 10 volte più alta. Mentre nel mondo sono oltre un miliardo le persone colpite e mezzo milione all’anno i morti. Tra le cause che portano queste malattie “dimenticate” tipiche delle zone povere, specialmente tropicali, con scarse risorse, anche nella Penisola: la mobilità di persone, cibi, insetti e animali e i cambiamenti climatici.
Il mondo delle malattie tropicali neglette è un gruppo eterogeneo di 20 malattie molte delle quali a carattere infettivo, causate da virus, batteri, funghi e tossine. Sono malattie “dimenticate” dall’agenda politica e anche dalla ricerca scientifica. “Invisibili” all’opinione pubblica e diffuse tra le popolazioni povere e …  (Continua) leggi la 2° pagina malattia, Chagas, infezione,

Caffè e pressione, rapporto complesso


Studi giungono a conclusioni contrastanti

Il caffè aiuta a mantenere bassa la pressione sanguigna. Chi ne beve due o tre al giorno ha la pressione più bassa rispetto a chi ne beve una sola tazza o a chi non ne prende affatto: un dato che vale sia a livello periferico che per la pressione aortica centrale, quella più vicina al cuore.
È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Nutrients, realizzata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola. L’indagine ha analizzato l’associazione tra il consumo di caffè e i parametri della pressione periferica e centrale in un campione di italiani.
“I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve”, spiega Arrigo Cicero, professore al …  (Continua) leggi la 2° pagina ipertensione, pressione, caff,

SIDS, il rischio è familiare


I fratelli di neonati morti per SIDS rischiano più di altri

Un fratello morto per SIDS – la sindrome della morte in culla – aumenta le probabilità di morire per la stessa causa in un bambino. Lo dice uno studio danese che ha esaminato i dati di 1.540 bambini morti di SIDS fra il 1978 e il 2016.
L’aumento del rischio sarebbe di 4 volte rispetto alla popolazione generale, anche se non è chiaro se ciò sia la conseguenza di fattori ambientali, genetici o una combinazione di essi e di altri fattori.
La SIDS è una morte improvvisa e senza apparenti spiegazioni che avviene in un bambino sano. Si verifica nel primo anno di vita, in particolare nei primi 5 mesi, e in Italia colpisce 1 neonato su 2.000. Sono state avanzate diverse cause per spiegare la SIDS, dalle anomalie nella zona cerebrale preposta alla respirazione all’abitudine di far dormire il bambino prono o nel lettone con i genitori. Un ruolo negativo sembra essere svolto anche dal fumo …  (Continua) leggi la 2° pagina Sids, morte, culla,

Cancro al seno, interrompere la terapia per una gravidanza


È possibile farlo senza correre rischi

Una buona notizia per tutte le donne colpite da tumore al seno che vogliono cercare un figlio. Secondo i dati dello studio Positive presentato all’ultimo incontro del San Antonio Breast Cancer Symposium, le donne con cancro al seno e recettori ormonali positivi con una diagnosi in stadio iniziale possono interrompere la terapia – dopo aver completato almeno 18 mesi – se vogliono cercare una gravidanza. Possono poi completare i 5-10 anni di terapia indicati di solito per questa specifica forma tumorale.
Matteo Lambertini, professore associato all’Università di Genova, oncologo all’ospedale Policlinico San Martino di Genova e membro scientifico dell’associazione aBRCAdabra, commenta questi risultati come una “novità grande, è stato uno studio coraggioso e difficile da condurre, ma i cui risultati al momento sembrano dirci che questa interruzione può essere considerata sicura. Altri studi …  (Continua) leggi la 2° pagina seno, tumore, gravidanza,

L’influenza dell’alimentazione sulla regolazione genetica


Diete con alta percentuale di carboidrati influenzano la metilazione del DNA

La percentuale di carboidrati e in generale di cibi con alto indice glicemico nella dieta ha un’influenza su come i geni vengono espressi, cioè su come le istruzioni genetiche contenute nel DNA vengono lette e tradotte in proteine. La ricerca, condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed, rappresenta un passo in avanti per comprendere meglio i rapporti tra alimentazione e patologie degenerative.
I termini “indice glicemico”, che indica la velocità con cui i carboidrati di un alimento causano un aumento dei livelli di zucchero nel sangue, e “carico glicemico”, che tiene conto anche della quantità di carboidrati contenuti nell’alimento stesso, stanno diventando sempre più noti tra i cittadini. E i rapporti di questi due parametri con la salute vengono studiati sempre più approfonditamente. Ad esempio, gli alimenti con un indice glicemico alto sono stati …  (Continua) leggi la 2° pagina genetica, carboidrati, dieta,