Tumore del fegato: combinazione durvalumab-tremelimumab


Approvata nell’Unione Europea mostra dati incoraggianti sulla sopravvivenza

La combinazione immunoterapica di durvalumab e una singola dose di tremelimumab di AstraZeneca è stata approvata nell’Unione Europea (EU) per il trattamento di prima linea dei pazienti adulti con carcinoma epatocellulare (HCC) avanzato o non resecabile.
L’approvazione da parte della Commissione Europea fa seguito al parere positivo di dicembre 2022 del Comitato per i medicinali per uso umano (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea del Farmaco e si basa sui risultati positivi dello studio di Fase III HIMALAYA pubblicati nel New England Journal of Medicine Evidence.
“I risultati dello studio HIMALAYA, in cui è stato utilizzato un innovativo approccio di priming immunitario con una singola dose di tremelimumab seguita da durvalumab in monoterapia, forniscono un’importante arma aggiuntiva nel trattamento di prima linea del tumore del fegato in fase avanzata – …  (Continua) leggi la 2° pagina fegato, tremelimumab, immunoterapia,

La molecola NGF limita i danni cerebrali


Potenzialmente utile in caso di trauma cerebrale

L’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma ha sviluppato un trattamento innovativo basato sull’inoculazione della molecola Nerve Growth Factor (NGF) per via nasale che potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio.
La sperimentazione, i cui risultati sono pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività: è noto, infatti, che in conseguenza di un trauma cerebrale (lesione primaria) si possono verificare in breve tempo una successione di eventi molecolari e biochimici tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie (per un ridotto apporto di sangue), ipossie (per carenza di ossigeno) e …  (Continua) leggi la 2° pagina NGF, traumi, cerebrali,

Una corretta idratazione per rimarginare le ferite


Fondamentale bilanciare i livelli di idratazione della pelle

La pelle è l’organo più esteso e al contempo più sottile del nostro corpo, per questo motivo è più soggetto a ferite, irritazioni e lesioni. Composta da tessuti come l’epidermide, il derma e l’ipoderma – ciascuno con una funzione specifica – la cute funge da barriera, rivestendo e proteggendo gli organi interni da microorganismi patogeni, traumi e agenti nocivi esterni.
La pelle è formata al 30% da collagene, grassi minerali e altre sostanze, mentre per il restante 70% è composta d’acqua. Per questo motivo, è fondamentale mantenere bilanciati i livelli di idratazione quotidiana, poiché qualsiasi lesione dell’integrità della pelle può comportare un’alterazione o uno squilibrio a livello idrico o dermico, come, ad esempio, nel caso di lesioni o ferite cutanee.
“Un ambiente umido può fornire migliori condizioni per la guarigione di una ferita della pelle, rispetto a un ambiente secco. Ciò …  (Continua) leggi la 2° pagina ferite, rimarginare, acqua,

Alla ricerca di farmaci psichedelici


Tante le malattie potenzialmente trattabili

Numerosi studi hanno esplorato di recente e continuano ad analizzare il potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche. L’uso per il trattamento di alcune patologie non è una novità: spesso tali molecole sono nate proprio come farmaci per la schizofrenia, l’autismo, la depressione, le dipendenze o come anestetici. Gli effetti collaterali spesso gravi di queste sostanze, tuttavia, hanno spinto ricercatori e clinici a preferire altre molecole.
Oggi si assiste a un rinnovato interesse scientifico per gli psichedelici. In un recente articolo pubblicato dalla rivista Science, Emmanuelle Schindler e Deepak Cyril D’Souza, scienziati di Yale, riportano i benefici clinici di poche dosi di psichedelici sulla depressione o sulla cessazione del fumo. Tali benefici sono a rapida insorgenza e in alcuni casi durano relativamente a lungo (anche un anno). Citano altre possibili applicazioni degli …  (Continua) leggi la 2° pagina farmaci, psichedelici, dipendenze,

Cos’è la diastasi addominale


Non è solo un problema estetico

Diastasi addominale. Espressione nota di certo a molte donne che hanno partorito. Si tratta in parole povere della “pancetta” che a volte compare anche nelle persone magre e allenate, ma non è soltanto un problema di ordine estetico.
Quando all’aspetto estetico si aggiungono dolori alla schiena, gonfiore dopo i pasti, incontinenza, difficolta di digestione e di respirazione, ernie, allora i medici parlano di diastasi addominale, cioè un’eccessiva separazione della muscolatura retto-addominale centrale.
I muscoli principali della parete retto-addominale sono divisi in due parti: un muscolo retto-addominale destro e un muscolo retto-addominale sinistro tenuti insieme da una sottile banda di tessuto connettivo, la cosiddetta linea alba o linea mediana. Oltre a tenere i muscoli retto-addominali, la linea alba consente anche la continenza dei visceri interni.
La linea alba è molto …  (Continua) leggi la 2° pagina diastasi, addominale, pancia,

Anello anti-Hiv sicuro anche in gravidanza


Il dispositivo con dapivirina può essere assunto dalle donne incinte

Nuovi studi presentati questa settimana a CROI 2023 attestano la sicurezza dell’impiego nel terzo trimestre di gravidanza e in allattamento dell’anello vaginale in silicone che rilascia l’antivirale dapivirina, usato per la profilassi pre-esposizione (PrEP) dell’HIV. Sempre da questi studi giunge ulteriore conferma della sicurezza dell’assunzione quotidiana della PrEP per via orale anche durante la gravidanza.
I dati degli studi di fase III Ring Study e ASPIRE avevano già mostrato che questo dispositivo era in grado di ridurre il rischio di infezione da HIV di circa il 30%. Da analisi successive è poi emerso che l’anello, da sostituirsi una volta al mese, nelle donne che lo usavano correttamente e regolarmente poteva ridurre il rischio di infezione fino al 75%.
Alle partecipanti rimaste incinte nel periodo dello studio l’anello è stato prontamente rimosso per timore che insorgessero …  (Continua) leggi la 2° pagina anello, anticoncezionale, Hiv,