Anticoagulanti e aspirina non vanno d’accordo


Si dovrebbe sospendere l’aspirina quando si assume l’anticoagulante

L’aggiunta di aspirina all’anticoagulante ha l’effetto di aumentare il rischio di emorragie nei pazienti affetti da tromboembolismo venoso o fibrillazione atriale.
A dirlo è uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team della University of Michigan. Lo studio ha coinvolto 6.700 persone, molte delle quali assumevano warfarin e aspirina, nonostante non avessero una storia di malattie cardiache.
Geoffrey Barnes, primo autore dello studio, spiega: «Molte di queste persone probabilmente stavano assumendo l’aspirina per la prevenzione primaria di infarto o ictus, anche se ora sappiamo che è meno efficace di quanto si credesse una volta, e nessuno ha pensato di interromperla quando hanno iniziato il warfarin».
Alcuni studi avevano segnalato in passato che i pazienti che assumevano warfarin e aspirina per fibrillazione atriale e tromboembolismo venoso avevano più spesso eventi …  (Continua) leggi la 2° pagina aspirina, emorragia, anticoagulanti,

Un autotrapianto di cornea ridona la vista a un cieco


Straordinario intervento alla Città della Salute di Torino

Un uomo di 83 anni cieco da entrambi gli occhi ha riacquistato la vista all’occhio destro grazie a uno straordinario intervento realizzato dal prof. Michele Reibaldi e dal prof. Vincenzo Sarnicola all’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.
L’uomo, affetto da due gravi e diverse patologie della vista che l’avevano condotto alla cecità da 6 anni, è riuscito a recuperare la vista all’occhio destro già a due settimane dall’intervento (durato 4 ore), ed è ora in grado di riconoscere gli oggetti, i volti e di muoversi autonomamente.
Il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e, negli ultimi 10 anni, aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro ma per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare), che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni …  (Continua) leggi la 2° pagina occhio, cecit, cornea,

La metformina ostacola l’invecchiamento


La sostanza è associata a tassi inferiori di mortalità

La metformina sembra riuscire a prolungare la vita media degli esseri umani. In che modo ci riesca è aspetto ancora da chiarire, ma in modelli preclinici è emersa un’associazione significativa fra l’uso della sostanza e una minore mortalità.
Secondo alcuni ricercatori statunitensi, il potenziale meccanismo d’azione della metformina sarebbe legato a certe modificazioni epigenetiche. «Per verificare la nostra ipotesi», scrivono gli autori, «abbiamo condotto un’analisi post hoc dei dati disponibili sulla metilazione del Dna a livello di genoma ottenuti da sangue intero raccolto da pazienti ricoverati con e senza storia di uso di metformina».
Gli scienziati hanno valutato il profilo di metilazione di 171 pazienti prima e di altri
63 pazienti diabetici più tardi, mettendo a confronto i tassi di metilazione del Dna fra utilizzatori e non utilizzatori di metformina.
L’analisi mediante …  (Continua) leggi la 2° pagina metformina, longevit, mortalit,

Emicrania come fattore di rischio per il parto


Associata a parto prematuro, ipertensione e preeclampsia

Una diagnosi di emicrania prima di una gravidanza è associata a un rischio più elevato di complicanze per la donna e il neonato. In particolare, aumentano le possibilità di parto prematuro, ipertensione e preeclampsia.
A dirlo è uno studio pubblicato su Neurology da un team del Brigham and Women’s Hospital diretto da Alexandra Purdue-Smithe, che ha passato in rassegna 30.555 gravidanze di 19.694 donne.
Le donne vengono colpite dall’emicrania in misura 2-3 volte maggiore rispetto agli uomini. I ricercatori americani hanno esaminato l’emicrania diagnosticata prima della gravidanza, il tipo di emicrania e l’incidenza degli esiti della gravidanza.
È così emerso che l’emicrania prima della gravidanza si associa a un rischio maggiore del 17% di parto prematuro, del 28% di ipertensione gestazionale e a un rischio maggiore del 40% di preeclampsia rispetto all’assenza di emicrania. …  (Continua) leggi la 2° pagina emicrania, preeclampsia, ipertensione,

Nuova terapia per un raro tumore del sangue


Approvato Tagraxofusp per la BPDCN

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità di tagraxofusp come monoterapia per il trattamento di prima linea di pazienti colpiti dalla neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche (BPDCN), un tumore del sangue raro e aggressivo con prognosi severa caratterizzato dalla iper-espressione dell’antigene CD 123. Si tratta della prima e unica terapia specifica per questa patologia, frutto della ricerca e sviluppo di Menarini Stemline. L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Il provvedimento di AIFA segue l’approvazione a livello europeo, avvenuta nel 2021 sulla base dello studio registrativo (STML-401-0114), che ne ha dimostrato efficacia e sicurezza.
“Prima di tagraxofusp, non esistevano farmaci autorizzati in questa neoplasia e, nella pratica clinica, si faceva ricorso a regimi chemioterapici intensivi …  (Continua) leggi la 2° pagina sangue, tumore, tagraxofusp,

Cosa sono i cavernomi cerebrali


In Italia ne è affetta circa 1 persona ogni 200

Si stima che circa 300.000 persone in Italia abbiano un cavernoma cerebrale (o angioma cavernoso), circa 1 persona ogni 200. “Molti, però, non lo sanno e alcuni non lo sapranno mai perché il loro cavernoma non avrà mai una rilevanza clinica”, spiega alla Dire Christian Brogna, esperto internazionale nella chirurgia avanzata delle neoformazioni cerebrali e del midollo spinale. “I cavernomi possono localizzarsi nel cervello, nel cervelletto, nel tronco cerebrale o, più raramente, nel midollo spinale”. Ogni anno circa 1 persona ogni 400.000 riceve una diagnosi di cavernoma cerebrale.
Ma cosa sono i cavernomi? “Sono malformazioni vascolari rotondeggianti, simili a una mora, costituiti da un agglomerato di vasi anomali con pareti molto delicate. Possono misurare da pochi millimetri ad alcuni centimetri – continua Brogna – non sono tumori cerebrali e non metastatizzano ad altre parti del …  (Continua) leggi la 2° pagina cavernomi, cerebrali, malformazioni,

Alla ricerca di farmaci psichedelici


Tante le malattie potenzialmente trattabili

Numerosi studi hanno esplorato di recente e continuano ad analizzare il potenziale terapeutico delle sostanze psichedeliche. L’uso per il trattamento di alcune patologie non è una novità: spesso tali molecole sono nate proprio come farmaci per la schizofrenia, l’autismo, la depressione, le dipendenze o come anestetici. Gli effetti collaterali spesso gravi di queste sostanze, tuttavia, hanno spinto ricercatori e clinici a preferire altre molecole.
Oggi si assiste a un rinnovato interesse scientifico per gli psichedelici. In un recente articolo pubblicato dalla rivista Science, Emmanuelle Schindler e Deepak Cyril D’Souza, scienziati di Yale, riportano i benefici clinici di poche dosi di psichedelici sulla depressione o sulla cessazione del fumo. Tali benefici sono a rapida insorgenza e in alcuni casi durano relativamente a lungo (anche un anno). Citano altre possibili applicazioni degli …  (Continua) leggi la 2° pagina farmaci, psichedelici, dipendenze,