Il dolore neuropatico influenza la corteccia orbito-frontale


Il dolore cronico causa variazioni nella sua attività

Uno studio dimostra per la prima volta che il dolore cronico di origine neuropatica causa variazioni nell’attività della corteccia orbito-frontale del cervello umano.
«In passato grazie alla risonanza magnetica funzionale si era visto che la corteccia cingolata anteriore e le regioni della corteccia orbitofrontale vengono attivate durante gli esperimenti sul dolore acuto. Noi eravamo interessati a vedere se queste zone avessero un ruolo nel modo in cui il cervello elabora il dolore cronico», spiega Prasad Shirvalkar della University of California di San Francisco, primo nome dello studio pubblicato su Nature Neuroscience.
I dati raccolti riguardavano 4 soggetti, 3 con dolore post-ictus e 1 con dolore dell’arto fantasma a cui erano stati impiantati elettrodi intracranici, e il periodo di osservazione andava da 3 a 6 mesi.
Gli scienziati hanno chiesto ai pazienti di valutare il tipo …  (Continua) leggi la 2° pagina dolore, neuropatico, corteccia,

Le regole da seguire prima di una trasfusione di piastrine


Indicazioni per i pazienti con conta fra 10.000 e 50.000 piastrine

Uno studio apparso sul New England Journal of Medicine consiglia di non praticare una trasfusione profilattica di piastrine prima del posizionamento di un catetere venoso centrale (CVC).
L’indicazione riguarda i pazienti con conta piastrinica da 10.000 a 50.000 per millilitro cubo. La procedura, nonostante comporti un risparmio economico, espone i pazienti a un rischio maggiore di eventi di sanguinamento correlati al CVC.
«La tendenza negli ospedali e nelle linee guida è quella di essere sempre più cauti con le trasfusioni, a causa degli effetti collaterali e del fatto che gli emocomponenti sono scarsi e sempre più costosi», afferma Alexander Vlaar dell’UMC di Amsterdam, nei Paesi Bassi, autore senior dello studio.
I ricercatori hanno randomizzato pazienti con trombocitopenia grave, in trattamento nel reparto di ematologia o in terapia intensiva, a ricevere una unità di trasfusione …  (Continua) leggi la 2° pagina piastrine, trasfusione, catetere,

Dopo un infarto a rischio anche il cervello


Maggior rischio di declino cognitivo a lungo termine

Un infarto del miocardio non è associato a una riduzione della funzione cognitiva nell’immediato, ma i soggetti colpiti mostrano un maggior rischio di deficit cognitivo a lungo termine rispetto alla media.
A dirlo è uno studio pubblicato su Jama Neurology da un team della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora guidato da Michelle Johansen, che spiega: «L’entità del cambiamento cognitivo dopo l’infarto miocardico incidente non era chiara. Per questo abbiamo cercato di valutare se l’infarto incidente fosse associato a cambiamenti nella funzione cognitiva dopo l’aggiustamento per le traiettorie cognitive pre-infarto».
I ricercatori americani hanno analizzato soggetti senza infarto, demenza e ictus che avevano partecipato a studi di coorte basati sulla popolazione negli Stati Uniti condotti dal 1971 al 2019. L’outcome primario era il cambiamento nella cognizione generale, …  (Continua) leggi la 2° pagina infarto, miocardio, cognitivo,

Un mix di farmaci contro il linfoma


L’aggiunta di vitamina C rende più efficaci gli antitumorali

Una nuova combinazione mirata di farmaci antitumorali già in uso e Vitamina C ad alte dosi può essere efficace contro i linfomi più aggressivi e resistenti alle attuali terapie. Lo dimostra uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia, coordinato da Bruno Amati e Giulio Donati, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista, EMBO Molecular Medicine.
“Questa ricerca segna una tappa fondamentale verso la cura di quelle forme di linfoma a linfociti B per cui le terapie attuali risultano poco efficaci – spiega Bruno Amati, Direttore di Divisione al Dipartimento di Oncologia Sperimentale dello IEO -Abbiamo dimostrato nei modelli preclinici che l’aggiunta di Vitamina C in dosi farmacologiche a IACS-010759, un farmaco ad azione pro-ossidante, rallenta in maniera significativa la crescita tumorale.
Quest’ultimo lavoro, che segue quello pubblicato nel 2022 in cui combinavamo IACS-010759 a …  (Continua) leggi la 2° pagina linfoma, vitamina, farmaci,

Il lockdown ha alterato la percezione del tempo


Studio rivela la difficoltà di ricordare gli eventi passati

Il nostro rapporto con il tempo è diventato complicato in seguito al lockdown. Lo rivela uno studio pubblicato su Plos One da un team della University of Aberdeen coordinato da Daria Pawlak e Arash Sahraie.
La ricerca ha preso spunto da diverse segnalazioni cliniche secondo cui i pazienti sembrano meno in grado di riferire una cronologia accurata delle proprie condizioni mediche.
Gli scienziati scozzesi hanno coinvolto 277 persone cui hanno chiesto di indicare l’anno in cui si sono verificati alcuni eventi recenti di rilievo, ad esempio la data di conclusione della Brexit o l’ingresso di Meghan Markle nella famiglia reale britannica.
I volontari hanno completato valutazioni standard su noia, depressione, resilienza e altri aspetti della salute mentale. Com’era lecito attendersi, più vecchio era l’evento da ricordare peggiore era il ricordo che se ne aveva. L’aspetto curioso è, …  (Continua) leggi la 2° pagina tempo, percezione, lockdown,

Un polso su misura stampato in 3D


Salvata la mano di una neo-mamma

Eccezionale intervento effettuato al Gemelli dall’équipe del professor Giulio Maccauro, direttore della UOC di Ortopedia. Salvata la mano destra di una donna affetta da un tumore raro del polso, grazie all’impianto di una protesi costruita su misura con una stampante 3D da un’azienda italiana, con le indicazioni degli ortopedici del Policlinico Gemelli. La giovane donna, diventata da poco mamma, sta bene e muove tutte le dita della mano. È il primo intervento di questo tipo effettuato al mondo e rappresenta un eccellente esempio di chirurgia personalizzata.
È una paziente di 39 anni ed è stata già sottoposta a diversi interventi ortopedici per il trattamento di un tumore raro che le aveva completamente distrutto l’articolazione del polso destro. La donna ha riacquistato l’uso della mano destra e scongiurato il pericolo di un’amputazione grazie a un complesso intervento chirurgico che …  (Continua) leggi la 2° pagina polso, tumore, mano,

Morbo di Crohn, individuate nuove varianti genetiche


Le alterazioni che aumentano il rischio di sviluppare la malattia

Dieci alterazioni genetiche sarebbero alla base di un maggior rischio di insorgenza del morbo di Crohn. A scoprirlo è uno studio pubblicato su Nature Genetics da un team del Wellcome Sanger Institute di Hinxton, nel Regno Unito.
I geni individuati rappresentano una conferma del ruolo delle cellule dell’immunità innata e adattativa e dell’autofagia nella patogenesi del morbo, ma sottolineano anche il ruolo delle cellule mesenchimali nello sviluppo e nel mantenimento dell’infiammazione intestinale.
«La maggior parte degli esseri umani avrà alcune delle varianti genetiche che aumentano la suscettibilità alle malattie infiammatorie intestinali perché sono comuni», spiega il primo autore Aleksejs Sazonovs, secondo cui queste varianti aumenterebbero soltanto di poco il rischio.
«Alcune rare varianti però possono aumentare di quattro o cinque volte la probabilità che una persona sviluppi …  (Continua) leggi la 2° pagina Crohn, geni, varianti,

Antipertensivi utili a qualsiasi ora


I farmaci si possono assumere lungo l’intero arco della giornata

Non c’è un momento migliore per assumere i farmaci antipertensivi prescritti dai medici. Lo dimostrano i risultati dello studio TIME, che contraddicono diversi studi precedenti, i quali suggerivano di assumere i farmaci di sera per una potenziale maggiore efficacia.
L’ultimo trial, però, ha dimostrato che non esiste una differenza statisticamente significativa fra i pazienti che assumono gli antipertensivi la mattina o la sera. La somministrazione serale, peraltro, non sembra essere dannosa in termini di cadute o altri effetti avversi. L’assunzione del farmaco di notte potrebbe aumentare l’ipotensione notturna, ma come sottolinea Tom MacDonald – professore di Farmacologia clinica e Farmacoepidemiologia presso l’Università di Dundee – c’erano più vertigini durante il giorno e la percentuale di fratture e ricoveri era uguale nei due gruppi.
Allo studio hanno partecipato 21.104 pazienti …  (Continua) leggi la 2° pagina ipertensione, pressione, farmaci,