Seconda per prevalenza in Italia, facilita la reinfezione
L’analisi resa nota dall’Istituto superiore di sanità ha evidenziato la progressiva diffusione della variante inglese di Sars-CoV-2, arrivata al 54%.
Tuttavia, si fa strada anche la variante brasiliana, che in totale è al 4,3%, ma con punte del 30% in alcune zone del paese, prima fra tutte l’Umbria.
Variante brasiliana e sudafricana condividono una caratteristica preoccupante, la mutazione E484K che rende più facile l’elusione degli anticorpi e la reinfezione.
La variante brasiliana deve il proprio nome al fatto che si è diffusa in Amazzonia, nella zona di Manaus, una delle più colpite durante la prima ondata. La diffusa immunità sviluppata a caro prezzo dalla città non è servita a evitare una seconda ondata basata appunto sulla variante P.1.