Covid, i soggetti fragili muoiono tre volte più spesso

L’età da sola non è un parametro sufficiente per quantificare il rischio

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Come noto, l’età media dei pazienti morti per Covid è attorno agli 80 anni. Ma l’età non basta a quantificare il rischio di ospedalizzazione e morte per chi si infetta.

Secondo uno studio pubblicato su Age and Aging, fondamentale è il concetto di fragilità, ovvero uno squilibrio sistemico che espone i soggetti a un rischio di morte tre volte più alto rispetto alla media.

Lo studio è stato realizzato su 5.711 pazienti ricoverati in 55 ospedali di 12 paesi diversi. I soggetti che avevano contratto il virus in una condizione di elevata fragilità sono morti tre volte di più dei pazienti non fragili.

Inoltre, le persone fragili sopravvissute al virus hanno avuto 7 volte più delle altre bisogno di cure domiciliari o di un ricovero in una struttura di lungodegenza.

Per fragilità si intende una condizione di vulnerabilità latente legata sia a fattori medici sia a fattori psicosociali.

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