Il lockdown riduce le possibilità di sperimentazione di vaccini e farmaci
È lo stesso paradosso che si verificò qualche anno fa per Ebola. Il vaccino studiato per la terribile febbre emorragica, virus con un tasso di mortalità molto più elevato del nuovo coronavirus, andò incontro a molte difficoltà durante la sperimentazione perché le misure di igiene e isolamento delle autorità sanitarie avevano contenuto di molto la circolazione del virus.
Per il coronavirus si sta profilando la stessa situazione, tanto che Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute dell’Università di Oxford che sta sperimentando il proprio vaccino in collaborazione con l’azienda biotech Irbm di Pomezia, ha dichiarato: “È una corsa contro il tempo. E anche contro il rischio che il virus scompaia. Le chance di successo del nostro vaccino attualmente sono al 50%”.