Si surriscaldano fino a eliminare le cellule malate
I medici ora provano ad “arrostire” il cancro. Il principio è quello della febbre, meccanismo di autotutela dell’organismo che prova letteralmente a “friggere” gli agenti esterni colpevoli di un’infezione.
Allo stesso modo, le nanoparticelle ideate dai ricercatori dell’Università del Surrey e dall’Università di Dalian, in Cina, sembrano in grado di poter bruciare le cellule cancerogene che colpiscono i tessuti sani.
Per farlo, si surriscaldano fino a 45 gradi per raffreddarsi subito dopo, evitando così di danneggiare anche le cellule sane. Si attua in tal modo una sorta di febbre localizzata, con un range termico che oscilla appunto fra i 42 e i 45 gradi. In realtà, la termoterapia viene in alcuni casi già utilizzata per combattere i tumori, ma i ricercatori anglo-cinesi hanno messo a punto un sistema potenzialmente migliore e più sicuro.