I dolcificanti aumentano il rischio cardiovascolare


Aumento associato al consumo di bevande e alimenti

Il consumo di dolcificanti artificiali è associato a un aumento complessivo del rischio di malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. A dirlo è uno studio pubblicato sul British Medical Journal da un team della Sorbonne Paris Nord University di Parigi guidato da Mathilde Touvier, che spiega: «Il nostro lavoro differisce da quelli condotti in precedenza, in quanto considera l’assunzione di dolcificanti artificiali contenuti nei cibi e nelle bevande, invece di concentrarsi principalmente sul contenuto di dolcificanti artificiali delle sole bevande».
Poco più della metà dei dolcificanti artificiali assunti proveniva dalle bevande, mentre il resto derivava da alimenti e dolcificanti. In tutto sono stati analizzati 103.388 adulti della coorte NutriNet-Sante, il 37,1% dei quali aveva segnalato di consumare dolcificanti artificiali.
Fra i dolcificanti presi in esame c’erano l’aspartame …  (Continua) leggi la 2° pagina dolcificanti, eritritolo, cuore,

Doppio intervento al cuore a organo battente


Operazione molto complessa realizzata a Padova

Effettuato un intervento di altissima complessità su un uomo di 62 anni.
L’intervento di plastica della valvola mitrale per insufficienza mitralica severa, chiusura dell’auricola sinistra e ablazione epicardica per correggere la concomitante fibrillazione atriale, è stato eseguito a cuore battente senza l’uso della circolazione extracorporea attraverso una minitoracotomia di circa 5 cm in quinto spazio intercostale sinistro.
Una volta entrati dalla punta del cuore, si è corretta l’insufficienza mitralica applicando alcune neocorde artificiali in gore-tex. Poi, sotto la guida toracoscopica, è stata chiusa l’auricola con il sistema LARIAT. Infine, sempre con la visione del toracoscopio che magnifica il campo, è stato eseguito l’isolamento epicardico delle vene polmonari, cioè l’ablazione della parete posteriore dell’atrio sinistro.
L’operazione al cuore studiata e pianificata, …  (Continua) leggi la 2° pagina cuore, intervento, valvola,

Il colesterolo va controllato fin da giovani


Fondamentale creare un panel lipidico per valutare l’evoluzione dei valori

Per controllare l’evoluzione dei valori di colesterolo nel tempo è necessario eseguire precocemente un panel lipidico. A dirlo è uno studio di scienziati del Penn State Health Milton S. Hershey Medical Center, che ha elencato le strategie migliori per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Raramente i giovani si sottopongono agli esami di controllo dei lipidi nel sangue, ma dovrebbero farlo per individuare precocemente un’eventuale predisposizione all’ipercolesterolemia. Secondo il National Heart, Blood and Lung Institute bisognerebbe cominciare a testare le persone fra i 9 e gli 11 anni e proseguire con controlli periodici almeno ogni 5 anni.
Il panel lipidico offre il vantaggio di misurare non solo i livelli complessivi di colesterolo, ma anche i trigliceridi e la composizione del totale delle lipoproteine nel sangue. Il valore complessivo …  (Continua) leggi la 2° pagina colesterolo, Ldl, trigliceridi,

Dormire poco mette a rischio le arterie


Rischio doppio di malattia vascolare delle arterie periferiche

Dormire poco ha tanti effetti negativi, ai quali va aggiunto il rischio doppio di insorgenza della malattia vascolare delle arterie periferiche. A sottolinearlo è un nuovo studio pubblicato sullo European Heart Journal da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma guidato da Shuai Yuan, che spiega: “Il nostro studio suggerisce che dormire 7-8 ore a notte è una buona abitudine per ridurre il rischio di questa condizione”.
L’arteriopatia periferica colpisce oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo, aumentando peraltro il rischio di ictus e infarto.
Nello studio, i ricercatori hanno analizzato il nesso fra durata del sonno e sonnellino diurno e rischio di arteriopatia periferica. Quindi si sono serviti della randomizzazione mendeliana per esaminare l’eventuale nesso fra disturbi del sonno e arteriopatia periferica.
È emerso così che dormire meno di 5 ore a notte è associato …  (Continua) leggi la 2° pagina arteriopatia, sonno, esercizi,

Bypass coronarico più rischioso per le donne


Esiti avversi più probabili rispetto agli uomini

Il rischio di eventi avversi dopo l’innesto di un bypass coronarico è più alto fra le donne rispetto agli uomini. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su Jama Surgery da un team della Weill Cornell Medicine di New York guidato da Mario Gaudino, che spiega: «Alcuni studi hanno riferito in passato che le donne sottoposte a bypass coronarico hanno mortalità e morbilità più elevate rispetto agli uomini, ma non era chiaro se la differenza fosse diminuita nel tempo. Per meglio chiarire la situazione abbiamo esaminato le tendenze negli esiti delle donne sottoposte a bypass coronarico negli Stati Uniti dal 2011 al 2020».
Gli scienziati hanno analizzato 1.297.204 pazienti sottoposti a bypass coronarico primario isolato. L’esito primario era la mortalità operatoria, mentre quello secondario era un composito che comprendeva mortalità operatoria, ictus, insufficienza renale, reintervento, …  (Continua) leggi la 2° pagina bypass, coronarico, donne,

La riproduzione assistita non causa problemi al cuore


I bambini concepiti con la riproduzione assistita non mostrano rischi superiori

Uno studio pubblicato sullo European Heart Journal dimostra che non esistono differenze a livello cardiometabolico fra i bambini concepiti naturalmente e quelli nati grazie a tecnologie di riproduzione assistita.
«Sin dalla prima nascita di un bambino mediante fecondazione in vitro sono state sollevate domande sui rischi per la salute per i bambini concepiti in questo modo. Purtroppo, però, gli studi precedenti sono limitati da piccole dimensioni del campione, follow-up breve e gruppi di confronto insoddisfacenti», spiega Ahmed Elhakeem della University of Bristol, autore principale dello studio.
Sono stati esaminati i dati di 35.000 bambini provenienti da Europa, Singapore e Australia per capire se il concepimento attraverso la riproduzione assistita influenzasse i parametri di pressione sanguigna, frequenza cardiaca, lipidi o glucosio dall’infanzia fino all’età adulta.
Gli autori …  (Continua) leggi la 2° pagina fecondazione, assistita, cuore,

Ipertensione arteriosa polmonare, quando manca il respiro


Condizione rara e progressiva, oggi prospettive terapeutiche da nuova molecola

Sintomi descritti come non specifici, elevata mortalità, diagnosi ritardata di anni e ridotta qualità della vita con limitazioni significative su tutte le principali attività quotidiane. L’ipertensione arteriosa polmonare (Pulmunary arterial hypertension, PAH), la malattia che toglie il respiro, è uno dei 5 tipi di ipertensione polmonare (IP), grave patologia respiratoria, che colpisce polmoni e cuore.
La PAH è rara, poco conosciuta, progressiva e invalidante, compromette la capacità di lavorare e di svolgere le più normali attività come salire le scale, percorrere a piedi anche brevi distanze e vestirsi. È importante, quindi, accrescere la conoscenza e la consapevolezza su questa grave condizione che colpisce in prevalenza le donne rispetto agli uomini, viene diagnosticata in media attorno ai 50 anni e, se non adeguatamente trattata, degenera coinvolgendo anche il cuore che non riesce …  (Continua) leggi la 2° pagina ipertensione, polmonare, arteriosa,

Gli antipertensivi non aumentano l’ipotensione ortostatica


Nessun effetto sui vari passaggi posturali

La terapia adottata per abbassare la pressione sanguigna non ha effetti sull’ipotensione ortostatica (OH). Questa condizione non va quindi interpretata come complicanza del trattamento antipertensivo.
A dirlo è una ricerca pubblicata su Hypertension da un team del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston in collaborazione con i colleghi della Facoltà di Medicina dell’Università di Lovanio in Belgio.
«Sebbene sia stato dimostrato che il trattamento intensivo della pressione sanguigna riduca il rischio di OH passando dalla posizione seduta a quella in piedi, questo passaggio posturale, meno sensibile di quello da supino in piedi, potrebbe non rilevare OH clinicamente rilevanti», scrivono gli autori.
Lo studio si è servito dei dati della ricerca Syst-Eur (ipertensione sistolica in Europa), esaminando l’effetto del trattamento dell’ipertensione sull’incidenza di OH in base alla …  (Continua) leggi la 2° pagina ipotensione, ortostatica, pressione,

Gli zuccheri aggiunti mettono a rischio il cuore


Maggiori probabilità di malattie cardiovascolari con un consumo elevato

Uno studio apparso su BMC Medicine conferma la pericolosità degli zuccheri aggiunti per la nostra salute. Secondo le conclusioni della ricerca, infatti, aumentare l’apporto di fibre, cereali integrali e zuccheri non liberi – cioè quelli non aggiunti – ha effetti protettivi contro le malattie cardiovascolari.
«Studi recenti hanno mostrato che le associazioni tra carboidrati alimentari e malattia cardiovascolare (CVD) possono dipendere dalla qualità piuttosto che dalla quantità dei carboidrati consumati», esordisce Rebecca Kelly, della University of Oxford, autrice principale del lavoro. «Per approfondire la questione abbiamo valutato le associazioni tra i tipi e le fonti di carboidrati alimentari e l’incidenza di CVD. Inoltre, abbiamo esaminato le associazioni tra assunzione di carboidrati e trigliceridi all’interno delle sottoclassi di lipoproteine», prosegue l’esperta.
Il team ha …  (Continua) leggi la 2° pagina zucchero, diabete, cuore,

Ipercolesterolemia, scoperto meccanismo chiave


La chiave del meccanismo molecolare è la proteina PCSK9

Uno studio pubblicato su Molecular Medicine ha svelato i dettagli di un meccanismo molecolare che regola il colesterolo cattivo LDL. Alla base c’è il lavoro della proteina PCSK9, scoperta nel 2003 dal dott. Nabil G. Seidah, direttore dell’Unità di ricerca di biochimica neuroendocrina presso il Montreal Clinical Research Institute e professore all’Università di Montreal.
Il dott. Seidah è tra i firmatari di questo nuovo studio realizzato insieme alla dott.ssa Carole Fruchart Gaillard dell’Università Paris-Saclay e alla dott.ssa Lidia Ciccone dell’Università di Pisa.
L’implicazione di PCSK9 nella regolazione delle LDLc ha rappresentato un punto di svolta nello sviluppo di trattamenti più efficaci per l’ipercolesterolemia e le malattie cardiovascolari associate. I trattamenti attuali, che combinano statine con anticorpi monoclonali iniettati per via sottocutanea o siRNA diretti al fegato, …  (Continua) leggi la 2° pagina aterosclerosi, colesterolo, Ldl,