Bypass coronarico più rischioso per le donne


Esiti avversi più probabili rispetto agli uomini

Il rischio di eventi avversi dopo l’innesto di un bypass coronarico è più alto fra le donne rispetto agli uomini. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su Jama Surgery da un team della Weill Cornell Medicine di New York guidato da Mario Gaudino, che spiega: «Alcuni studi hanno riferito in passato che le donne sottoposte a bypass coronarico hanno mortalità e morbilità più elevate rispetto agli uomini, ma non era chiaro se la differenza fosse diminuita nel tempo. Per meglio chiarire la situazione abbiamo esaminato le tendenze negli esiti delle donne sottoposte a bypass coronarico negli Stati Uniti dal 2011 al 2020».
Gli scienziati hanno analizzato 1.297.204 pazienti sottoposti a bypass coronarico primario isolato. L’esito primario era la mortalità operatoria, mentre quello secondario era un composito che comprendeva mortalità operatoria, ictus, insufficienza renale, reintervento, …  (Continua) leggi la 2° pagina bypass, coronarico, donne,

Covid, più grave con eventi cardiaci acuti


Associazione negativa fra la condizione e la gravità della malattia

I pazienti colpiti da eventi cardiaci acuti nel corso di un’infezione da Covid-19 finiscono per sperimentare più spesso di altri una forma grave della malattia. Lo dimostra uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology da un team dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta guidato da Rebecca Woodruff, che spiega: «Circa un adulto su 10 ha subito un evento cardiaco acuto, tra cui attacchi di cuore e insufficienza cardiaca acuta, mentre era ricoverato in ospedale con COVID-19».
I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 8.460 adulti ricoverati in ospedale con infezione da Sars-CoV-2 da gennaio a novembre 2021. Nell’11,4% dei casi, i soggetti hanno accusato un evento cardiaco acuto durante il ricovero. La prevalenza era più alta tra le persone con malattia cardiaca di base (23,4%) rispetto a quelle senza (6,2%).
Gli eventi più diffusi …  (Continua) leggi la 2° pagina Covid, infezione, cardiaco,

La molecola NGF limita i danni cerebrali


Potenzialmente utile in caso di trauma cerebrale

L’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma ha sviluppato un trattamento innovativo basato sull’inoculazione della molecola Nerve Growth Factor (NGF) per via nasale che potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio.
La sperimentazione, i cui risultati sono pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività: è noto, infatti, che in conseguenza di un trauma cerebrale (lesione primaria) si possono verificare in breve tempo una successione di eventi molecolari e biochimici tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie (per un ridotto apporto di sangue), ipossie (per carenza di ossigeno) e …  (Continua) leggi la 2° pagina NGF, traumi, cerebrali,

I probiotici prevengono le malattie cardiovascolari


Correlazione evidente fra microbiota intestinale e benessere cardiovascolare

Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% a eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Accanto a fattori di rischio legati all’avanzare dell’età o di carattere genetico, vi sono comportamenti e stili di vita quali fumo, alcol, e cattiva alimentazione che incrementano l’insorgere di problemi cardiocircolatori. Anni di studi hanno infatti comprovato che un’alterazione della flora batterica intestinale può essere corresponsabile dell’insufficienza cardiaca.
I probiotici di ultima generazione sembra abbiano una efficace correlazione sul benessere anche dell’apparato cardiovascolare e possono quindi essere considerati un supporto di prevenzione utile anche per questa condizione.
“I probotici – conferma, infatti, Marco Toscano Biologo Molecolare e …  (Continua) leggi la 2° pagina probiotici, cardiovascolare, cuore,

Covid, allungare il tempo fra malattia e richiamo vaccinale


Team di ricercatori vicino alla messa a punto di un vaccino universale

Se abbiamo superato un’infezione da Sars-CoV-2 è bene attendere un congruo lasso di tempo prima di effettuare il richiamo vaccinale. Non per problemi di sicurezza, ma perché maggiore è l’intervallo di tempo fra i due eventi, migliore sarà la risposta immunitaria.
È quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università della Salute e della Scienza dell’Oregon pubblicando i dettagli sul Journal of Clinical Investigation Insight.
«In questo studio”, si legge nell’abstract, “esploriamo l’impatto della combinazione di vaccinazione e infezione, nota anche come “immunità ibrida”, e la sua tempistica sulla qualità e quantità di anticorpi suscitati in una coorte di 96 operatori sanitari».
Quando l’intervallo tra infezione e vaccino si è allungato, la risposta anticorpale contro ogni variante è migliorata ed è apparsa più robusta. L’associazione aveva carattere proporzionale, ovvero la …  (Continua) leggi la 2° pagina vaccino, Covid, immunitario,

Bpco, la qualità dell’aria indoor è fondamentale


I purificatori d’aria nelle abitazioni migliorano gli esiti della malattia

L’utilizzo dei purificatori d’aria nelle case ha l’effetto di aumentare del 25% la variabilità della frequenza cardiaca e di migliorare la salute respiratoria tra i soggetti con diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
I sistemi di purificazione dell’aria interna riducono quindi l’impatto delle malattie cardiovascolari e della Bpco. Sono le conclusioni di una sottoanalisi dei dati dello studio CLEAN AIR, che ha trovato un collegamento fra l’inquinamento dell’aria indoor e la Bpco. L’analisi è apparsa sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.
“L’inquinamento dell’aria domestica contribuisce a compromettere la salute respiratoria”, argomentano i ricercatori nell’introduzione allo studio. “Abbiamo ipotizzato che questa tipologia di inquinamento dell’aria fosse un fattore determinante per le malattie cardiovascolari e gli eventi cardiaci nelle persone …  (Continua) leggi la 2° pagina Bpco, aria, cardiovascolare,

Covid, il cuore dei vaccinati non rischia


Per i vaccinati non sono emersi maggiori rischi di patologie gravi

I vaccini anti COVID-19 non hanno causato un aumento del rischio di eventi avversi come infarto, ictus, arresto cardiaco, miocarditi, pericarditi e trombosi venose profonde. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Vaccines e coordinato da Lamberto Manzoli, medico epidemiologo e professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna.
La ricerca – che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Ferrara e dell’ASL di Pescara – ha seguito per diciotto mesi, da gennaio 2021 a luglio 2022, l’intera popolazione della provincia di Pescara. Sono stati raccolti i dati sanitari dei residenti ed è stata analizzata la frequenza di alcune malattie gravi come malattie cardiovascolari, embolie polmonari e trombosi. Al termine dell’indagine, nessuna delle patologie esaminate è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati.
“I risultati che …  (Continua) leggi la 2° pagina miocardite, cuore, vaccino,

Dapagliflozin per l’insufficienza cardiaca


Il farmaco riduce il rischio e abbassa la mortalità

Uno studio pubblicato su Nature Medicine mostra la sicurezza e l’efficacia di dapagliflozin nei pazienti che soffrono di scompenso cardiaco con frazione di eiezione migliorata (HFimpEF).
Lo studio DELIVER ha valutato l’utilizzo di dapagliflozin in un campione di 6.263 soggetti con scompenso cardiaco sintomatico, il 18% dei quali aveva HFimpEF. Metà del campione è stato assegnato a ricevere 10 mg di dapagliflozin, e l’altra metà placebo.
Sono stati inclusi nello studio gli individui con/senza diabete mellito di tipo 2 e quelli ricoverati in ospedale o che hanno fornito assistenza in regime ambulatoriale per il peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
L’outcome principale era il deterioramento dell’insufficienza cardiaca o della morte per malattie cardiovascolari. Gli esiti secondari dello studio includevano il numero totale di eventi di scompenso cardiaco, come ricoveri ospedalieri …  (Continua) leggi la 2° pagina scompenso, dapagliflozin, molecola,

Dialisi, non tutti i beta-bloccanti sono efficaci


Solo alcuni riducono la mortalità

I pazienti sottoposti a dialisi assumono beta-bloccanti per ridurre la mortalità per ogni causa e per gli eventi cardiovascolari. Tuttavia, uno studio dimostra che esistono differenze fra i vari farmaci, e non tutti assicurano lo stesso livello di efficacia.
La revisione, pubblicata su Plos One, ha preso in considerazione centinaia di studi, ma alla fine solo 4 rispettavano i criteri statistici più stringenti per essere inclusi nella meta-analisi.
In totale, i 4 studi avevano coinvolto 54.115 pazienti, evidenziando come il trattamento con beta-bloccanti cardioselettivi mostri un rischio di mortalità per tutte le cause inferiore del 17% rispetto al trattamento con farmaci non selettivi.
Tre studi in particolare hanno valutato l’insorgenza degli eventi cardiovascolari, lasciando emergere che, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto il trattamento con beta-bloccanti non selettivi, …  (Continua) leggi la 2° pagina dialisi, beta-bloccanti, cardioselettivi,

La miopericardite fra i giovani dopo il vaccino anti-Covid


Tasso di incidenza basso, in lieve aumento dopo la seconda dose

Una revisione apparsa su Jama Pediatrics mostra un’incidenza bassa di miopericardite associata a vaccino anti-Covid a mRna.
«I dati pubblicati sulla miopericardite associata al vaccino COVID-19 a mRNA negli adolescenti e nei giovani adulti sono stati ricavati da piccoli case series, studi basati sulla popolazione nazionali o sistemi di segnalazione passiva. Le prove aggregate derivanti da una coorte internazionale più ampia sono limitate», spiegano i ricercatori.
Sono stati identificati 23 studi osservazionali su giovani fra i 12 e i 20 anni. In totale il campione era formato da 854 ragazzi con età media di 15,9 anni con miopericardite associata a vaccino, nella maggioranza dei casi di sesso maschile (il 90,3%).
È emerso che il tasso di incidenza era più alto dopo la seconda dose che dopo la prima (il 74,4% degli eventi si era verificato dopo la seconda dose). La maggior parte dei …  (Continua) leggi la 2° pagina miocardite, vaccino, sintomi,