Celiachia, crescono i casi in Italia


Tasso di insorgenza fra i più alti al mondo

1 bambino su 60 in Italia riceve una diagnosi di celiachia. È uno dei tassi più alti al mondo, ma secondo gli esperti rimane un problema di sottodiagnosi. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Digestive and Liver Disease da un team di scienziati della Società italiana di Gastroenterologia ed Epatologia Pediatrica e dell’Università di Messina.
I ricercatori, guidati da Claudio Romano e Carlo Catassi, hanno analizzato i dati di circa 9.000 studenti delle elementari di varie città italiane. La celiachia, se non diagnosticata e affrontata tempestivamente, può causare complicanze anche gravi come l’osteoporosi, l’infertilità o il cancro.
“Malgrado il crescente interesse verso questa condizione nell’ambito medico e generale – osserva Romano, presidente della Sigenp – i casi di celiachia non diagnosticati restano troppo numerosi”.
I bambini positivi al test genetico sulla …  (Continua) leggi la 2° pagina celiachia, diagnosi, complicanze,

L’attività fisica contro la steatosi epatica


Praticarla regolarmente riduce il grasso epatico

Praticare attività fisica riduce le probabilità di accumulare grasso epatico. I pazienti attivi almeno 150 minuti alla settimana mostrano infatti una probabilità 3,5 volte più alta di raggiungere una risposta clinicamente significativa nella riduzione del grasso del fegato.
A dirlo è uno studio pubblicato sull’American Journal of Gastroenterology da un team della Pennsylvania State University di Hershey. La steatosi è un fattore di rischio indipendente per l’intero spettro dei danni epatici, inclusi infiammazione e fibrosi. In Italia, la prevalenza della steatosi epatica non alcoolica è compresa tra il 22,5% e il 27%, nella popolazione generale, con una prevalenza del 2% di fibrosi avanzata dovuta a NAFLD.
La prevalenza aumenta nei pazienti con malattie metaboliche, fra cui la sindrome metabolica. La NAFLD si manifesta nel 54-90% dei casi di obesità. Uno studio ha mostrato un rischio …  (Continua) leggi la 2° pagina grasso, epatico, steatosi,

Morbo di Crohn, efficace upadacitinib


Via libera dal Chmp dell’Ema

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato parere positivo per upadacitinib (nome commerciale Rinvoq) di AbbVie per il trattamento (45 mg dose d’induzione – 15 e 30 mg dosi di mantenimento) di pazienti adulti con malattia di Crohn attiva da moderata a severa che hanno avuto una risposta inadeguata, hanno perso la risposta o sono risultati intolleranti alla terapia convenzionale o a un agente biologico.
Il parere positivo del Chmp è supportato dai dati di due studi clinici di induzione, U-Exceed e U-Excel, e di uno studio di mantenimento, U-Endure. In tutti e tre gli studi, una percentuale statisticamente significativa di pazienti trattati con upadacitinib ha raggiunto l’endpoint secondario cruciale della remissione endoscopica. L’assenza o la scomparsa dell’ulcerazione insieme con i miglioramenti osservati all’endoscopia sono …  (Continua) leggi la 2° pagina Crohn, upadacitinib, sintomi,

Cos’è la diastasi addominale


Non è solo un problema estetico

Diastasi addominale. Espressione nota di certo a molte donne che hanno partorito. Si tratta in parole povere della “pancetta” che a volte compare anche nelle persone magre e allenate, ma non è soltanto un problema di ordine estetico.
Quando all’aspetto estetico si aggiungono dolori alla schiena, gonfiore dopo i pasti, incontinenza, difficolta di digestione e di respirazione, ernie, allora i medici parlano di diastasi addominale, cioè un’eccessiva separazione della muscolatura retto-addominale centrale.
I muscoli principali della parete retto-addominale sono divisi in due parti: un muscolo retto-addominale destro e un muscolo retto-addominale sinistro tenuti insieme da una sottile banda di tessuto connettivo, la cosiddetta linea alba o linea mediana. Oltre a tenere i muscoli retto-addominali, la linea alba consente anche la continenza dei visceri interni.
La linea alba è molto …  (Continua) leggi la 2° pagina diastasi, addominale, pancia,

Nuovo trattamento per il Clostridium difficile


Terapia basata sul microbioma

Un trattamento basato sul microbioma ha un effetto positivo sull’infezione da Clostridium difficile.
Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team dello University of Houston College of Pharmacy che ha analizzato gli effetti di SER-109 su pazienti colpiti da infezioni ricorrenti del batterio.
Gli antibiotici utilizzati per il contrasto dell’infezione hanno l’effetto immediato di eliminare i sintomi attraverso la riduzione dei batteri produttori di tossine, ma l’efficacia a lungo termine rimane bassa perché i farmaci non riescono a cancellare del tutto le spore dormienti di Clostridium difficile. Inoltre, non risolvono le disfunzioni del microbioma, la causa vera alla base della malattia ricorrente.
SER-109 è una pillola contenente spore batteriche di Firmicutes vive e purificate, progettata per competere metabolicamente con C. difficile e ripristinare la …  (Continua) leggi la 2° pagina batterio, Clostridium, microbiota,

Come si cura l’esofago di Barrett


Condizione reversibile ma che a volte anticipa il cancro

L’esofago di Barrett è una malattia dell’esofago che comporta l’alterazione della mucosa esofagea, correlato il più delle volte al reflusso di succo acido gastrico (Malattia da reflusso gastroesofageo – MRGE). Questa alterazione, detta anche metaplasia intestinale (meta dal greco trasformazione), è uno stato reversibile, ma, se non trattato, può diventare in una parte di pazienti, per fortuna modesta, una condizione precancerosa (displasia prima di basso e poi di alto grado) e negli anni trasformarsi in neoplasia maligna.
A parlarcene il Prof. Riccardo Rosati, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Gastroenterologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Dottor Elio Treppiedi, aiuto chirurgo presso la stessa Unità.
L’esofago di Barrett ha una prevalenza compresa tra lo 0.5% ed il 2% della popolazione mondiale adulta. In particolar modo si riscontra frequentemente …  (Continua) leggi la 2° pagina esofago, tumore, Barrett,

Steatosi epatica, ridurre l’emoglobina glicata aiuta


Nei pazienti con diabete di tipo 2 è elemento imprescindibile

Le persone con diabete di tipo 2 possono migliorare la percentuale di grasso epatico e lo stadio di fibrosi epatica intervenendo sui livelli di emoglobina glicata.
A dirlo è uno studio pubblicato su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases da un team dell’Università di Oxford.
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è un disturbo comune che colpisce il 25% della popolazione mondiale. È spesso considerata la manifestazione epatica della sindrome metabolica ed è strettamente associata all’obesità e al diabete di tipo 2. Ha una morbilità e mortalità associate attraverso cause epatiche specifiche, ma soprattutto attraverso esiti cardiovascolari avversi. Al momento non ci sono terapie specifiche, si punta infatti a una perdita di peso e alla riduzione del rischio cardiovascolare.
In un’analisi dei dati di adulti con diabete di tipo 2 che utilizzavano un inibitore SGLT2, un …  (Continua) leggi la 2° pagina steatosi, epatica, emoglobina,

Gli antibiotici aumentano il rischio di Mici


Malattie infiammatorie croniche intestinali più probabili

L’insorgenza di una malattia infiammatoria cronica intestinale è più probabile con l’esposizione agli antibiotici negli adulti con più di 40 anni. A dirlo è un nuovo studio pubblicato su Gut da un team della NYU Grossman School of Medicine guidato da Adam S. Faye, che spiega: “Dai dati precedenti, sembra che l’ambiente possa svolgere un ruolo crescente nella patogenesi dell’IBD con l’avanzare dell’età. Infatti, gli adulti più anziani con IBD di nuova insorgenza hanno meno probabilità di avere una storia familiare positiva di malattia infiammatoria cronica intestinale rispetto ai giovani adulti con IBD di nuova insorgenza. Inoltre, i dati precedenti hanno mostrato un’associazione tra l’uso di antibiotici e lo sviluppo di IBD nei pazienti più giovani, ma ci sono pochi dati che esplorano il ruolo degli antibiotici nello sviluppo di IBD tra gli anziani”.
I ricercatori hanno utilizzato i dati …  (Continua) leggi la 2° pagina Mici, antibiotici, intestinale,

Fegato grasso, 1 caso su 6 è colpa dei fast food


Sale il rischio di steatosi epatica non alcolica in chi mangia male

Consumare il 20% delle calorie giornaliere da cibi da fast food è legato a un aumento del rischio di steatosi epatica non alcolica. A dimostrarlo è uno studio pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology.
“Il consumo di fast food è stato collegato al diabete e all’obesità, ma ci sono pochissimi dati clinici o basati sulla popolazione su come il consumo di fast food influisca sul rischio di sviluppare il fegato grasso, che è una malattia del fegato sensibile alla dieta e che può portare a cirrosi e cancro”, ha sottolineato Ani Kardashian, assistente professore di malattie gastrointestinali ed epatiche presso la Keck School of Medicine della University of Southern California.
I ricercatori hanno utilizzato i dati di 3.954 adulti che hanno partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey dal 2017 al 2018.
I ricercatori hanno quantificato il grasso epatico, …  (Continua) leggi la 2° pagina obesit, steatosi, fegato,

Intestino pigro, 5 consigli per sgonfiarsi


Ritrovare l’equilibrio intestinale grazie a delle buone abitudini

Pancia gonfia e stitichezza sono un classico soprattutto dopo pranzi e cene molto abbondanti. Per ritrovare un buon equilibrio intestinale non serve mettersi a dieta o rinunciare a pasti gratificanti e gustosi. Bastano piccoli ma preziosi accorgimenti nella scelta dei cibi, delle cotture e degli orari. L’intestino ha bisogno di attenzione, seguendo piccole ma preziose strategie per evitare infiammazioni. Pena gonfiore e stitichezza.
Ecco 5 consigli per aiutare l’intestino:

1) Iniziare i pasti con verdura cruda. Introdurre verdura cruda all’inizio di ogni pasto, mista e fresca di stagione, finemente tagliata per favorire la funzionalità dello stomaco.
2) Chiudere i pasti con verdura cotta. Terminare ogni pasto con un piatto di verdura di stagione cotta semplice, anche sotto forma di minestrone o passato di verdura.
3) La dieta ovo-pesce-vegetale. Una alimentazione ovo – pesco …  (Continua) leggi la 2° pagina intestino, pigro, consigli,