Allarme diabete in corsia


Le nuove linee guida per gestire un fenomeno in crescita

Sono sempre più numerose le persone affette da diabete o da glicemia elevata ricoverate negli ospedali italiani, nei reparti di chirurgia, come in quelli di medicina o specialistici. Ma non sempre si ha la possibilità di consultare un diabetologo per impostare un adeguato iter diagnostico-terapeutico.
Eppure gestire correttamente il diabete (o le iperglicemie da stress o altro) è fondamentale per assicurare al paziente il miglior esito delle cure e una breve degenza. Alla luce di queste considerazioni gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) hanno messo insieme una task force di esperti di varie società scientifiche per redigere delle linee guida ad hoc, un vero e proprio vademecum per la gestione del diabete o delle iperglicemie non-diabete durante il ricovero, anche da parte di non specialisti in materia. Le linee guida sono pubblicate sul portale del Sistema …  (Continua) leggi la 2° pagina diabete, glicemia, iperglicemia,

Nuove terapie per l’antibiotico-resistenza


La ricerca punta a nuove soluzioni per eradicare il problema

Da problema confinato alla vita ospedaliera, l’antibiotico-resistenza ha ormai allargato il suo raggio d’azione mostrandosi come un fenomeno in costante crescita e pericoloso per tutto il mondo.
Sono 10 milioni l’anno i morti a causa dell’emergere di germi multiresistenti agli antibiotici, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. In Italia il problema sembra ancora più preoccupante, se è vero che un report dell’Ente europeo per il Controllo delle Malattie Infettive (ECDC) pubblicato a fine 2022 stima che nel nostro paese per 100 mila abitanti vi siano almeno 19 decessi all’anno attribuibili a infezioni da microrganismi multiresistenti, rispetto ai 2 dell’Olanda, il più virtuoso fra i paesi europei in questa classifica. Peggio dell’Italia fa solo la Grecia.
“Recenti studi italiani e internazionali hanno dimostrato che la colonizzazione di batteri multiresistenti in …  (Continua) leggi la 2° pagina antibiotico, resistenza, batteri,

Nuove terapie per i disturbi urinari maschili


I trattamenti non hanno alcun impatto sulla vita sessuale

I LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms) sono una malattia urologica molto frequente e non interessa solo gli uomini anziani. Colpiscono in maniera, più o meno, grave circa il 40% dei quarantenni residenti nel nostro Paese. Ma i pazienti più “giovani” realmente assistiti e curati da un urologo sono pochi. Esiste, infatti, una grossa mole di casi “sommersi” prima dei 60 anni che può ammontare fino al 50%.
È quanto emerge dal simposio Unveiling Prostatic Inflammation To Optimize Luts Management organizzato da Pierre Fabre Pharma in occasione del Congresso della Società Europea di Urologia (EAU) di Milano. All’evento partecipa anche il prof. Stavros Gravas (Department of Urology, Medical School, University of Cyprus, Nicosia, Cyprus e attuale segretario della Societé Internationale D’Urologie).
“I LUTS rappresentano un disturbo delle basse vie urinarie che può far scadere la qualità di vita …  (Continua) leggi la 2° pagina disturbi, urinari, eiaculazione,

Obesità, farmaci dai 12 anni


Modifica delle linee guida per i bambini

Anche per i bambini obesi a partire dai 12 anni è possibile intervenire farmacologicamente per ridurre il rischio di malattie correlate a un peso eccessivo. Lo hanno deciso gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) che hanno stilato delle nuove linee guida per il trattamento dell’obesità infantile e adolescenziale.
Finora, i farmaci autorizzati contro l’obesità per la fascia pediatrica erano due: la setmelanotide per alcune forme genetiche rare di obesità dai 6 anni in poi e la liraglutide per le forme di obesità comune a partire dai 12 anni in poi.
“L’obesità non è una colpa né una scelta, ma una malattia cronica e complessa non del bambino ma di tutta la famiglia”, afferma la presidente Siedp Mariacarolina Salerno. “Tuttavia – sottolinea Maria Rosaria Licenziati, segretario generale della Siedp – “dire che l’obesità è una malattia non …  (Continua) leggi la 2° pagina obesit, infantile, farmaci,

La buprenorfina per il dolore cronico


L’agonista parziale è preferibile all’agonista oppioide completo

Per evitare i rischi associati all’uso di un agonista oppioide completo, i pazienti affetti da dolore cronico dovrebbero far ricorso alla buprenorfina, un agonista parziale.
È quanto suggeriscono le nuove linee guida statunitensi del Department of Veterans Affairs (VA) e del Department of Defense (DoD). «La prescrizione ponderata e giudiziosa degli oppioidi è importante per molte ragioni, tra cui la diminuzione del numero di pazienti che passano al consumo di droghe illecite, ma anche per ridurre al minimo i rischi e massimizzare la sicurezza e la qualità della vita per quanti soffrono di dolore cronico», hanno scritto James Sall del VA a New Braunfels, Texas, e coautori nel documento pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine. «In ogni caso il gruppo di sviluppo delle linee guida non raccomanda l’uso di analgesici oppioidi nella gestione quotidiana del dolore cronico».
«I …  (Continua) leggi la 2° pagina oppioide, agonista, buprenorfina,

Novità per la cura del tumore al seno metastatico


Nuovi farmaci anticorpo-coniugati modificano la prognosi

Oggi la diagnostica di precisione suggerisce che i diversi “sottotipi” di tumore al seno non sono classificabili, dal punto di vista biomolecolare, in una precisa categoria, ma risultano essere più “fluidi” di quello che si credeva. Le pazienti possono presentare tipologie di tumore a cavallo tra le diverse classificazioni note, come ad esempio: i tumori ormonosensibili, HER 2 positivi o triplo negativi. Questa nuova visione apre la strada a strategie terapeutiche innovative e trasversali.
Nel 2020 sono state 54.976 le nuove diagnosi di carcinoma mammario. 14.000 sono i nuovi casi di tumore al seno metastatico che ogni anno vengono diagnosticati in Italia, di questi 3.400 risultano metastatici già alla prima diagnosi. Il trattamento del cancro al seno avanzato e metastatico vede, nell’ultimo periodo, innumerevoli ed entusiasmanti novità dal punto di vista farmacologico e non solo, che …  (Continua) leggi la 2° pagina seno, tumore, farmaci,

Colesterolo, gli anti-PCSK9 funzionano


Confermate efficacia e tollerabilità della terapia

Nuove evidenze per chi soffre di dislipidemia: il più ampio studio italiano in real life conferma che gli anticorpi monoclonali anti-PCSK9 consentono una riduzione del colesterolo LDL del 65% circa e un’ottimale compliance al trattamento (97% di pazienti ancora in terapia a 18 mesi con aderenza pari al 95%).
Coordinato dall’Università “Federico II” di Napoli lo studio italiano ha indagato nella pratica clinica efficacia, aderenza e persistenza al trattamento con anticorpi monoclonali anti-PCSK9. Dallo studio emerge che la quasi totalità dei pazienti prosegue la terapia nel tempo con un’elevata aderenza al regime di cura.
Pubblicato su Atherosclerosis, AT-TARGET-IT è uno studio di fase IV multicentrico, osservazionale, retrospettivo che ha reclutato 798 pazienti, in dieci centri italiani, in terapia con anticorpi monoclonali anti-PCSK9. Il 68% dei pazienti aveva una malattia …  (Continua) leggi la 2° pagina PCSK9, colesterolo, aterosclerosi,

Sonno e performance sportiva negli adolescenti


Studio sulla mancanza di sonno cronica e sul Social Jetlag

Bravi in campo il lunedì e poi sempre meno sino al venerdì. Una nuova dimostrazione dell’importanza del sonno in termini di prestazioni fisiche e cognitive arriva da una ricerca dell’Università di Pisa pubblicata sul Journal of Biological Rhythms.
I ricercatori del Sonnolab del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia hanno studiato un campione di 93 studenti tra i 13 e i 17 anni, atleti di società sportive di pallacanestro della provincia di Pisa (ASD Polisportiva Nicosia, GMV Ghezzano, Dream Basket). L’obiettivo era di valutare gli effetti della mancanza di sonno cronica e del Social Jetlag (cioè il disallineamento tra gli orari preferiti di sonno, definiti su base biologica, e quelli effettivi dovuti ad impegni sociali come il dover andare a scuola) sull’apprendimento motorio e le prestazioni fisiche e cognitive degli …  (Continua) leggi la 2° pagina sonno, studenti, performance,

Iperossaluria primitiva, pubblicate le nuove linee guida


Raccomandazioni elaborate da un gruppo di esperti

Dopo oltre dieci anni, per l’iperossaluria primitiva sono disponibili delle nuove linee guida, pubblicate pochi giorni fa sulla rivista Nature Reviews Nephrology. Un lavoro durato un anno, che ha coinvolto un gruppo di esperti provenienti da otto nazioni, membri del consorzio OxalEurope e della rete di riferimento europea per le malattie renali rare ERKNet.
L’iperossaluria primitiva (PH) è una malattia genetica rara dovuta al deficit di enzimi del fegato responsabili della detossificazione del gliossilato, una molecola che quando si accumula genera ossalato. È proprio questa aumentata produzione di ossalato che porta alla formazione di calcoli renali e al progressivo deterioramento di tutto l’apparato urinario, come spiega la prof.ssa Barbara Cellini, ricercatrice dell’Università degli Studi di Perugia e membro dello Steering Committee di OxalEurope.
“Negli ultimi anni numerosi gruppi …  (Continua) leggi la 2° pagina iperossaluria, enzimi, ossalato,

Parkinson, scoperte nuove mutazioni genetiche


Causano la malattia nel 5% dei pazienti

Una ricerca nata dalla collaborazione tra I.R.C.C.S. Neuromed e Istituto di Genetica e Biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb), finanziata dal Ministero della Salute, ha evidenziato che il 5% circa dei pazienti Parkinson è portatore di mutazioni dominanti nel gene TMEM175. Queste mutazioni sarebbero implicate in una forma di malattia che insorge dopo i 50 anni di età.
La proteina prodotta dal gene studiato è fondamentale per la regolazione dell’acidità all’interno dei lisosomi, organuli cellulari che agiscono come veri e propri “spazzini delle cellule”. Al loro interno avviene infatti la decomposizione di componenti cellulari non più utili o di elementi dannosi, ad esempio le proteine ripiegate in modo errato o gli organuli usurati. Il processo, chiamato autofagia, mantiene in salute le cellule, rinnovando costantemente i loro …  (Continua) leggi la 2° pagina Parkinson, gene, lisosomi,