Una protesi per la memoria


Nuovo tipo di stimolazione cerebrale si mostra efficace

Stimolare la memoria con elettrodi inseriti nel cervello. È l’idea di una ricerca pubblicata su Technology Review da un team della Wake Forest University School of Medicine nel North Carolina.
Alla base del trattamento c’è l’idea di usare gli elettrodi cerebrali per comprendere i modelli di attività elettrica che si verificano durante l’elaborazione dei ricordi e poi usare questi stessi elettrodi per generare modelli simili di attività.
Gli scienziati americani guidati da Rob Hampson hanno testato due versioni della protesi su 24 persone che avevano impiantato elettrodi per studiare l’epilessia di cui soffrivano. In alcuni casi i pazienti avevano anche lesioni cerebrali.
La prima versione è stata chiamata modello di decodifica della memoria (Mdm) e imita i modelli di attività elettrica nell’ippocampo che si verificano in maniera naturale quando ogni volontario forma con successo i …  (Continua) leggi la 2° pagina protesi, memoria, elettrodi,

Il ruolo della dieta nelle malattie gastroenterologiche


L’alimentazione è un elemento rilevante della cura

I pazienti con malattie dell’apparato digerente hanno una forte percezione sul ruolo del cibo nella genesi dei loro sintomi ed è frequente che la visita con il gastroenterologo si concluda con domande specifiche sulla dieta e in particolare la richiesta di una lista di alimenti permessi e di alimenti proibiti.
Non sempre il gastroenterologo sa soddisfare le richieste dei pazienti, soprattutto per le limitate e a volte contrastanti evidenze scientifiche sul ruolo della dieta, ma anche una formazione non specifica e un limitato interesse per la nutrizione clinica di molti gastroenterologi giocano un ruolo chiave.
“Questo ha generato numerosi pregiudizi e falsi miti sul ruolo di alcuni alimenti e il ricorso dei pazienti a internet o ad altre fonti di informazione non scientifiche – afferma la Dott.ssa Maria Cappello Consigliere Nazionale Aigo – “Negli ultimi anni, tuttavia, la ricerca …  (Continua) leggi la 2° pagina gastrointestinale, dolore, alimentazione,

Depressione, la ketamina funziona


Studio conferma l’efficacia del farmaco

Un nuovo studio conferma l’efficacia della ketamina per il trattamento della depressione. La ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Psychiatry ha coinvolto oltre 400 pazienti, riscontrando la riduzione significativa dei sintomi depressivi: il 72% dei pazienti ha avvertito un miglioramento del proprio umore e il 38% era privo di sintomi dopo 10 infusioni.
La ketamina è una miscela di due molecole speculari. Una versione intranasale di una di queste molecole (esketamina) è approvata dalla Food and Drug Administration statunitense per la depressione resistente al trattamento.
I 424 pazienti che hanno partecipato allo studio soffrivano di un disturbo depressivo maggiore, e hanno ricevuto almeno un’infusione di ketamina.
I pazienti nello studio sono stati in genere trattati con 0,5 mg/kg di ketamina, con la dose titolata per ottenere sintomi di dissociazione parziale. La dose mediana …  (Continua) leggi la 2° pagina depressione, ketamina, glutammato,

Cancro al pancreas, nuova speranza dall’immunoterapia


Studio prova a superare la resistenza modificando il microambiente tumorale

Il cancro del pancreas è uno dei più resistenti all’immunoterapia. Uno studio, coordinato dall’Istituto Oncologico Veneto e dall’Ateneo di Verona, traccia una nuova strada per provare a vincere questa resistenza, modificando il microambiente tumorale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Science Translational Medicine e vede il Professor Vincenzo Bronte, Direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS e docente di Immunologia dell’Università di Verona, come autore senior e corrispondente. I finanziatori dello studio sono stati il Cancer Research Institute, la Fondazione Cariverona, l’AIRC, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ed EuroNanoMed.
I ricercatori hanno analizzato un meccanismo di evasione dal controllo immunologico messo in atto dal tumore pancreatico integrando dati funzionali, fenotipici e molecolari e sviluppato …  (Continua) leggi la 2° pagina pancreas, cancro, immunoterapia,

7 consigli per essere felici


Cosa occorre per ritrovare un nuovo senso di benessere

Iniziare a considerare la ricerca della felicità come un’attività quotidiana non meno importante di altre incombenze. Imparare a delegare per ridimensionare le fatiche. Affrontare i pensieri negativi e ricorsivi dedicandogli il giusto tempo di analisi, per poi metterli da parte. Sono solo alcuni degli spunti di riflessione che la psicoterapeuta Valeria Locati ha voluto raccogliere in occasione della Giornata Internazionale della Felicità, proclamata dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di ricordare che essere felici è un diritto umano e che vale la pena celebrarlo.
Punto di partenza fondamentale è imparare a pensare alla felicità come qualcosa da vivere ogni giorno, a cui dedicare del tempo accanto a tutti gli impegni che ci assumiamo.
“In un mondo frenetico che ci spinge a essere spesso di corsa e a soffermarci poco ad ascoltare il nostro …  (Continua) leggi la 2° pagina felicità, benessere, consigli,

Parkinson, rischi dal tricloroetilene


Alcune sostanze aumentano il rischio di insorgenza della patologia

Uno studio pubblicato sul Journal of Parkinson’s Disease segnala l’effetto del tricloroetilene sui meccanismi di insorgenza del morbo di Parkinson. Secondo lo studio firmato da ricercatori della University of Rochester Medical Center, il solvente contribuirebbe in maniera decisa all’aumento dei tassi di insorgenza della malattia che si sta riscontrando in questi ultimi anni.
«Il TCE era impiegato in una serie di applicazioni industriali, di consumo, militari e mediche», spiegano Ray Dorsey, Ruth Schneider e Karl Kieburtz, coordinatori della ricerca. Dopo aver raggiunto l’apice negli anni ’70, l’uso del solvente è via via diminuito, ma ancora oggi viene utilizzato per sgrassare il metallo e per la pulizia a secco.
Il TCE è una sostanza cancerogena ed è legata anche agli aborti spontanei e a malattie congenite cardiache. Riguardo al Parkinson, le analisi mostrano un …  (Continua) leggi la 2° pagina parkinson, solventi, sostanze,

Alzheimer, l’alimentazione che riduce le placche


Dieta MIND e mediterranea riducono placche amiloidi e grovigli di tau

Gli accumuli delle due proteine responsabili dell’Alzheimer – l’amiloide e la tau – possono essere contrastati da un regime alimentare che preveda il ricorso alla dieta MIND o alla dieta mediterranea.
Lo ricorda uno studio pubblicato su Neurology da un team della Rush University di Chicago diretto da Puja Agarwal, che spiega: «Sebbene la nostra ricerca non possa provare che una dieta sana abbia portato a un minor numero di depositi cerebrali di placche amiloidi, che sono anche indicatori della malattia di Alzheimer, sappiamo che esiste una relazione tra l’alimentazione e queste placche, e seguire la dieta MIND e la dieta mediterranea può essere un modo per migliorare la salute cerebrale e proteggere la cognizione man mano che si invecchia».
Allo studio hanno partecipato 581 soggetti con età media di 84 anni al momento della valutazione della dieta. I volontari hanno accettato di …  (Continua) leggi la 2° pagina alzheimer, mediterranea, Mind,

Il Covid aumenta il rischio di diabete


Il virus può accelerare l’insorgenza della malattia

L’infezione da Sars-CoV-2 potrebbe aumentare il rischio di diabete. Lo dice una lettera di ricerca pubblicata su Jama Network Open da Alan Kwan dello Smidt Heart Institute al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles.
Secondo il documento, l’infezione aumenterebbe il rischio soprattutto fra i non vaccinati. È probabile che l’infezione funzioni da acceleratore della malattia in soggetti già a rischio di diabete.
«Nelle prime fasi della pandemia, le persone che avevano superato l’infezione avevano un rischio maggiore di malattie cardiometaboliche di nuova insorgenza, tra cui diabete, ipertensione e iperlipidemia, mentre nell’attuale fase pandemica, dominata da varianti Omicron meno virulente, non è chiaro se il rischio cardiometabolico dopo l’infezione da SARS-CoV-2 persista o si sia attenuato, né se l’aver fatto il vaccino o meno sia associato a tali rischi», scrivono gli autori.
I …  (Continua) leggi la 2° pagina Covid, diabete, coronavirus,

Un nesso tra infezioni materne e leucemia infantile?


Studio ipotizza il ruolo svolto dalle infezioni genitourinarie in gravidanza

L’ipotesi è clamorosa e dovrà necessariamente essere suffragata da studi più approfonditi, ma potrebbe rappresentare una svolta per la prevenzione dei casi di leucemia infantile.
Secondo uno studio pubblicato su Jama Network Open, infatti, la presenza di infezioni materne in gravidanza, in particolare quelle genitourinarie, ha l’effetto di rendere più probabile l’insorgenza di leucemie nei bambini.
A sostenerlo è una ricerca firmata da Jian-Rong He dell’Università di Guangzhou, che spiega: «Nonostante la leucemia sia comune tra i bambini e la sua eziologia poco conosciuta, è nota la sua possibile origine in utero data la presenza nel neonato di lesioni cromosomiche correlate».
Il team cinese ha valutato l’associazione tra le diverse infezioni materne contratte in gravidanza con l’incidenza di leucemia infantile nei figli servendosi dei dati di 7 registri nazionali danesi per i nati …  (Continua) leggi la 2° pagina infezioni, gravidanza, leucemia,

Nuove terapie per l’antibiotico-resistenza


La ricerca punta a nuove soluzioni per eradicare il problema

Da problema confinato alla vita ospedaliera, l’antibiotico-resistenza ha ormai allargato il suo raggio d’azione mostrandosi come un fenomeno in costante crescita e pericoloso per tutto il mondo.
Sono 10 milioni l’anno i morti a causa dell’emergere di germi multiresistenti agli antibiotici, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. In Italia il problema sembra ancora più preoccupante, se è vero che un report dell’Ente europeo per il Controllo delle Malattie Infettive (ECDC) pubblicato a fine 2022 stima che nel nostro paese per 100 mila abitanti vi siano almeno 19 decessi all’anno attribuibili a infezioni da microrganismi multiresistenti, rispetto ai 2 dell’Olanda, il più virtuoso fra i paesi europei in questa classifica. Peggio dell’Italia fa solo la Grecia.
“Recenti studi italiani e internazionali hanno dimostrato che la colonizzazione di batteri multiresistenti in …  (Continua) leggi la 2° pagina antibiotico, resistenza, batteri,