La molecola NGF limita i danni cerebrali


Potenzialmente utile in caso di trauma cerebrale

L’Istituto di farmacologia traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ift) di Roma ha sviluppato un trattamento innovativo basato sull’inoculazione della molecola Nerve Growth Factor (NGF) per via nasale che potrebbe ridurre gli effetti dei traumi cerebrali ed evitare anche il manifestarsi di disabilità di tipo motorio.
La sperimentazione, i cui risultati sono pubblicati sul British Journal of Pharmacology, si inserisce in un contesto di cura nel quale è necessario agire con la massima tempestività: è noto, infatti, che in conseguenza di un trauma cerebrale (lesione primaria) si possono verificare in breve tempo una successione di eventi molecolari e biochimici tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie (per un ridotto apporto di sangue), ipossie (per carenza di ossigeno) e …  (Continua) leggi la 2° pagina NGF, traumi, cerebrali,

Nuova cura possibile per la Sma


Scoperto nesso fra livelli di neuroinfiammazione e severità della malattia

Esiste una correlazione tra i livelli di neuroinfiammazione e severità dell’Atrofia Muscolare Spinale: lo ha scoperto un gruppo di ricercatori napoletani studiando il liquido cerebrospinale dei bambini affetti dalla forma più grave della SMA, secondo i quali associare l’utilizzo di agenti antinfiammatori mirati alla terapia farmacologica con Nusinersen, potrebbe migliorare i benefici clinici del trattamento.
Si tratta dei risultati ottenuti nel laboratorio di Neuroscienze traslazionali del CEINGE-Biotecnologie avanzate Franco Salvatore, in collaborazione con la Columbia University di New York e le Università campane Luigi Vanvitelli e Federico II, insieme agli Ospedali pediatrici Bambino Gesù di Roma e Giannina Gaslini di Genova.
La SMA è una patologia neuromuscolare rara contraddistinta dalla precoce morte dei motoneuroni, ovvero le cellule nervose che trasportano i segnali dal …  (Continua) leggi la 2° pagina Sma, atrofia, nusinersen,

La sindrome del tunnel carpale


Fino a un italiano su dieci ne può soffrire

La sindrome del tunnel carpale può arrivare a colpire fino a una persona su dieci in Italia e può richiedere diverse tipologie di intervento terapeutico, anche chirurgiche. Tra i fattori di rischio si possono annoverare malattie rare ma anche il Covid-19: sono alcune delle conclusioni di scienziati del campus di Roma dell’Università Cattolica e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS diretti dal professor Luca Padua, Associato in Medicina Fisica e Riabilitativa alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e Direttore della UOC di Neuroriabilitazione ad Alta Intensità della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS che fanno il punto sulla patologia in un lavoro pubblicato su The Lancet Neurology.
«Oggi – spiega il professor Padua – abbiamo acquisito approcci diagnostici sempre migliori e anche sistemi ecografici vengono in nostro …  (Continua) leggi la 2° pagina tunnel, carpale, polso,

5 consigli per un allattamento sicuro


I suggerimenti dei pediatri della Sip

Ciò che è successo all’Ospedale Pertini di Roma è ancora oggetto di indagini da parte degli inquirenti. C’è infatti anche la possibilità che si tratti di un caso di collasso neonatale improvviso e inaspettato, sindrome che si verifica nei primi giorni di vita del bambino.
“Con questa definizione – specifica Guglielmo Salvatori, responsabile del Tavolo tecnico allattamento al seno della Società Italiana di Pediatria (Sip) – si esprime un raro e improvviso evento, a volte un decesso, in una gran parte dei casi senza spiegazione, che può verificarsi nei primi 7 giorni di vita”.
Al di là del singolo caso, gli esperti della Sip offrono suggerimenti utili per un allattamento sicuro:

1) Contatto pelle a pelle nelle prime 2 ore. “Se il bimbo è nato a termine e senza complicazioni – aggiunge Salvatori – si può stabilire fin da subito un contatto pelle a pelle. Bocca e naso devono …  (Continua) leggi la 2° pagina allattamento, neonato, bambino,

Quando il dolore del ciclo nasconde una patologia


Dismenorrea ed endometriosi possono esserne le cause

Dolore cronico accompagnato da ansia, depressione, disturbi dell’attenzione, insonnia, diminuzione dell’appetito e affaticamento, un quadro che viene definito sickness behaviour e che influisce negativamente sulla qualità di vita delle donne affette dalla Sindrome da Dolore Pelvico Cronico.
La dismenorrea, dolore pelvico che insorge nei giorni che precedono il ciclo mestruale e durante le mestruazioni, è nella maggior parte dei casi primaria, tuttavia forme severe possono arrivare a trasformarsi nella Sindrome da Dolore Pelvico Cronico. “La Sindrome da Dolore Pelvico Cronico rappresenta una invalidante forma di dolore cronico viscerale, per la quale le donne si rivolgono ai Centri di Terapia del Dolore”, spiega all’agenzia Dire Flaminia Coluzzi, professoressa associata di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore Dipartimento SBMC Sapienza Università di Roma. “Le cause possono essere …  (Continua) leggi la 2° pagina dolore, dismenorrea, ciclo,

Comprendere le malattie neurodegenerative con i raggi X


Tomografia utile per indagare l’origine e l’evoluzione della sclerosi multipla

Una ricerca dell’Istituto di nanotecnologia (Nanotec) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma condotta in collaborazione con il Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Genova e altre istituzioni di ricerca internazionali, ha dimostrato che la tomografia a contrasto di fase a raggi X è una tecnica efficace per indagare l’origine e l’evoluzione di patologie neurodegenerative come la sclerosi multipla, e individuare possibili biomarker precoci.
Tale tecnica offre una risoluzione spaziale e di contrasto molto elevata anche nei tessuti poco assorbenti, come il cervello o il midollo spinale, rivelando strutture tradizionalmente considerate “invisibili” ai raggi X: è in grado, infatti, di generare immagini tridimensionali del campione analizzato, permettendo una visualizzazione dalla singola cellula all’intero organo e favorendo lo studio dell’interazione delle singole unità …  (Continua) leggi la 2° pagina tomografia, malattia, sclerosi,

I 5 ritocchi da fare in inverno


Il freddo aiuta le cicatrici e le medicazioni

Dall’aumento del seno al rimodellamento dei glutei e all’eliminazione dei cuscinetti adiposi. L’arrivo del freddo richiama sul lettino del chirurgo chi punta a un restyling di viso e corpo. La stagione invernale risulta infatti il periodo più adatto alle chirurgie: le cicatrici non vengono esposte al sole, si passa più tempo in casa e il fisico ha il tempo di riprendersi in vista dell’estate, quando gli inestetismi diventano più visibili.
“Premesso che non esistono limitazioni stagionali per sottoporsi a un’operazione, la stagione fredda è sicuramente la migliore per un decorso post-operatorio ottimale che può richiedere, in taluni casi, fino a qualche mese – spiega Daniele Spirito, chirurgo plastico di Roma, docente presso la Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università di Milano – In linea di massima parliamo di interventi con cicatrici estese e più difficili da schermare e interventi …  (Continua) leggi la 2° pagina ritocco, chirurgia, estetica,

Nuovi farmaci antidiabetici contro l’obesità


La dieta è spesso insufficiente per raggiungere gli obiettivi

I nuovi farmaci antidiabetici producono effetti positivi in caso di obesità, eguagliando i risultati raggiunti dalla chirurgia bariatrica.
In occasione del Congresso della Sif di Roma, gli esperti hanno discusso delle novità terapeutiche.
“Le principali novità nella cura dell’obesità provengono dai farmaci antidiabetici caratterizzati da una struttura analoga all’ormone GLP-1 e in grado di avere effetti benefici anche sul controllo della massa grassa, tanto da essere stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) e dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) come opzione di trattamento per la gestione cronica del peso nei soggetti con obesità”, ha detto Enzo Nisoli dell’Università degli Studi di Milano.
“Negli ultimi anni – spiega Nisoli – a partire dalla liraglutide sono state condotte una serie di sperimentazioni che hanno dato risultati sorprendenti, segnando l’inizio di un …  (Continua) leggi la 2° pagina obesit, farmaci, peso,

C’è anche la cataratta infantile


Colpisce un neonato ogni 250

“Uno dei motivi per cui è importante fare lo screening neonatale è la diagnosi precoce della cataratta congenita, presente circa nello 0,4% dei neonati, quindi in 1 ogni 250”.
Lo ha detto il professor Luca Buzzonetti, Responsabile UOC dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e socio di AIMO, intervenendo all’incontro dal titolo “Come si visita un bambino?”, che si è svolto nell’ambito del 13esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, il primo organizzato congiuntamente con la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO).
“Per fortuna – ha proseguito Buzzonetti – i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) prevedono da qualche anno un protocollo che coinvolge tutti i punti nascita, proprio per evitare che la diagnosi di patologie così importanti sfugga” .
Più in generale, uno screening oculistico nei primi tre anni di vita è “fondamentale”, …  (Continua) leggi la 2° pagina cataratta, infantile, Dna,

Alzheimer, la stimolazione magnetica funziona


Rallenta la progressione della malattia migliorando i sintomi

È efficace il trattamento di stimolazione magnetica transcranica nelle persone affette da Alzheimer. Lo dimostra per la prima volta pienamente uno studio congiunto di Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma, Università di Ferrara e Università di Tor Vergata di Roma.
I dati sono relativi a uno studio di fase 2 realizzato su 50 pazienti per 6 mesi. “Il nostro è il primo studio in cui si utilizza la stimolazione cerebrale non invasiva nell’Alzheimer con lo scopo di rallentare la progressione della malattia”, dice Giacomo Koch, professore ordinario di Fisiologia all’Università di Ferrara, direttore del laboratorio di Neuropsicofisiologia sperimentale al Santa Lucia di Roma e primo autore della pubblicazione. “Abbiamo dimostrato che applicando per 6 mesi la stimolazione magnetica transcranica si ottiene un effetto che non solo è sovrapponibile a quello dei farmaci, ma lo supera. Rallentare la …  (Continua) leggi la 2° pagina Alzheimer, malattia, sintomi,