I dolcificanti deprimono il sistema immunitario


Il loro uso è anche associato a un maggior rischio cardiaco

Un consumo elevato del dolcificante sucralosio è associato a una risposta immunitaria inferiore, secondo i dati di uno studio pubblicato su Nature. Lo studio, realizzato dai ricercatori del Cancer Research UK Beatson Institute di Glasgow guidati da Karen Vousden, ha utilizzato su modello animale dosi molto elevate di sucralosio, utilizzato comunemente come sostituto dello zucchero in molti prodotti alimentari perché privo di calorie e dal potere dolcificante 600 volte più alto dello zucchero.
Il dosaggio usato dal gruppo di Vousden era superiore a quello del consumo alimentare umano medio di cibi e bevande dolcificate con sucralosio e molto vicino alla dose massima giornaliera consentita, circa 15 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare o 5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo secondo la Food and Drug Administration degli …  (Continua) leggi la 2° pagina dolcificanti, zucchero, insulina,

Nuova terapia per un raro tumore del sangue


Approvato Tagraxofusp per la BPDCN

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità di tagraxofusp come monoterapia per il trattamento di prima linea di pazienti colpiti dalla neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche (BPDCN), un tumore del sangue raro e aggressivo con prognosi severa caratterizzato dalla iper-espressione dell’antigene CD 123. Si tratta della prima e unica terapia specifica per questa patologia, frutto della ricerca e sviluppo di Menarini Stemline. L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Il provvedimento di AIFA segue l’approvazione a livello europeo, avvenuta nel 2021 sulla base dello studio registrativo (STML-401-0114), che ne ha dimostrato efficacia e sicurezza.
“Prima di tagraxofusp, non esistevano farmaci autorizzati in questa neoplasia e, nella pratica clinica, si faceva ricorso a regimi chemioterapici intensivi …  (Continua) leggi la 2° pagina sangue, tumore, tagraxofusp,

Musicoterapia efficace prima di un intervento


Gli effetti in uno studio che confronta approcci diversi

La musicoterapia è efficace, abbatte il livello d’ansia nel paziente e dà conforto e sicurezza prima di un intervento chirurgico. È quanto si evince da uno studio di un team di ricerca dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II”, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, pubblicato pochi giorni fa dalla rivista medica internazionale Supportive Care in Cancer.
La ricerca è stata condotta su un campione di 151 donne, il giorno antecedente l’intervento di mastectomia, nelle ore caratterizzate da stress emotivo, preoccupazione, nervosismo e ansia. Lo studio ha confrontato gli effetti di due approcci di musicoterapia differenti: 103 donne hanno vissuto esperienze di gruppo di musicoterapia integrata, suonando alcuni strumenti con la tecnica dell’improvvisazione clinica, mentre 48 pazienti hanno vissuto esperienze singole recettive, ovvero un ascolto guidato di musica e canto eseguiti …  (Continua) leggi la 2° pagina musicoterapia, ansia, operazione,

Anello anti-Hiv sicuro anche in gravidanza


Il dispositivo con dapivirina può essere assunto dalle donne incinte

Nuovi studi presentati questa settimana a CROI 2023 attestano la sicurezza dell’impiego nel terzo trimestre di gravidanza e in allattamento dell’anello vaginale in silicone che rilascia l’antivirale dapivirina, usato per la profilassi pre-esposizione (PrEP) dell’HIV. Sempre da questi studi giunge ulteriore conferma della sicurezza dell’assunzione quotidiana della PrEP per via orale anche durante la gravidanza.
I dati degli studi di fase III Ring Study e ASPIRE avevano già mostrato che questo dispositivo era in grado di ridurre il rischio di infezione da HIV di circa il 30%. Da analisi successive è poi emerso che l’anello, da sostituirsi una volta al mese, nelle donne che lo usavano correttamente e regolarmente poteva ridurre il rischio di infezione fino al 75%.
Alle partecipanti rimaste incinte nel periodo dello studio l’anello è stato prontamente rimosso per timore che insorgessero …  (Continua) leggi la 2° pagina anello, anticoncezionale, Hiv,

Acne, efficace il clascoterone


La crema dimostra efficacia e sicurezza a lungo termine

I pazienti colpiti da acne con più di 12 anni possono beneficiare degli effetti di una crema a base di clascoterone all’1%. Il farmaco si è infatti dimostrato efficace e sicuro a lungo termine.
L’acne è un’infiammazione dell’apparato pilo sebaceo. Di norma, le ghiandole sebacee producono il sebo, una sostanza oleosa che attraverso i pori raggiunge la superficie della pelle lubrificandola e contribuendo alla costituzione del film idrolipidico cutaneo.
Quando una persona soffre di acne, le ghiandole producono un sebo alterato, che insieme alla desquamazione dei cheratinociti nel follicolo forma un tappo che ostruisce il canale follicolare, facilitando la proliferazione di batteri che possono provocare infiammazione e infezione all’interno del follicolo ostruito.
«Clascoterone crema 1%, un inibitore topico del recettore degli androgeni approvato per il trattamento dell’acne vulgaris …  (Continua) leggi la 2° pagina acne, pelle, clascoterone,

La buprenorfina per il dolore cronico


L’agonista parziale è preferibile all’agonista oppioide completo

Per evitare i rischi associati all’uso di un agonista oppioide completo, i pazienti affetti da dolore cronico dovrebbero far ricorso alla buprenorfina, un agonista parziale.
È quanto suggeriscono le nuove linee guida statunitensi del Department of Veterans Affairs (VA) e del Department of Defense (DoD). «La prescrizione ponderata e giudiziosa degli oppioidi è importante per molte ragioni, tra cui la diminuzione del numero di pazienti che passano al consumo di droghe illecite, ma anche per ridurre al minimo i rischi e massimizzare la sicurezza e la qualità della vita per quanti soffrono di dolore cronico», hanno scritto James Sall del VA a New Braunfels, Texas, e coautori nel documento pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine. «In ogni caso il gruppo di sviluppo delle linee guida non raccomanda l’uso di analgesici oppioidi nella gestione quotidiana del dolore cronico».
«I …  (Continua) leggi la 2° pagina oppioide, agonista, buprenorfina,

Covid, allungare il tempo fra malattia e richiamo vaccinale


Team di ricercatori vicino alla messa a punto di un vaccino universale

Se abbiamo superato un’infezione da Sars-CoV-2 è bene attendere un congruo lasso di tempo prima di effettuare il richiamo vaccinale. Non per problemi di sicurezza, ma perché maggiore è l’intervallo di tempo fra i due eventi, migliore sarà la risposta immunitaria.
È quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università della Salute e della Scienza dell’Oregon pubblicando i dettagli sul Journal of Clinical Investigation Insight.
«In questo studio”, si legge nell’abstract, “esploriamo l’impatto della combinazione di vaccinazione e infezione, nota anche come “immunità ibrida”, e la sua tempistica sulla qualità e quantità di anticorpi suscitati in una coorte di 96 operatori sanitari».
Quando l’intervallo tra infezione e vaccino si è allungato, la risposta anticorpale contro ogni variante è migliorata ed è apparsa più robusta. L’associazione aveva carattere proporzionale, ovvero la …  (Continua) leggi la 2° pagina vaccino, Covid, immunitario,

Pancreas artificiale utile anche per il diabete di tipo 2


Il sistema consente di mantenere la glicemia nei parametri standard

Il pancreas artificiale può essere utile anche ai pazienti con diabete di tipo 2. La somministrazione di insulina automatizzata consente infatti ai pazienti di restare nell’intervallo glicemico target il doppio del tempo rispetto alla terapia normale.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato su Nature Medicine da un team della University of Cambridge guidato da Aideen Daly.
Charlotte Boughton, coautrice dello studio, commenta: «Molte persone affette da diabete di tipo 2 lottano per gestire i livelli di zucchero nel sangue utilizzando i trattamenti attualmente disponibili, come le iniezioni di insulina. Il pancreas artificiale può fornire un approccio sicuro ed efficace per aiutarli, è una tecnologia semplice da usare e può essere implementata in sicurezza a casa».
Nello studio che ha coinvolto 28 adulti affetti da diabete di tipo 2 è stato utilizzato il sistema CamAPS HX, che si è …  (Continua) leggi la 2° pagina diabete, glicemia, zuccheri,

Gravidanza, Covid aumenta i rischi per mamme e bambini


Probabilità di decesso 8 volte più alta per la madre

L’infezione da Sars-CoV-2 e lo sviluppo di Covid-19 durante la gravidanza hanno l’effetto di aumentare i rischi sia per la madre che per il neonato. Stando ai dati ricavati da 12 studi internazionali, una donna incinta contagiata dal virus mostra una probabilità di decesso 8 volte superiore rispetto a quella di una donna della stessa età senza Covid.
La metanalisi è stata coordinata da Emily R. Smith della George Wasghinton University e pubblicata su Bmj Global Health.
“I risultati rafforzano la necessità di sforzi globali per ridurre al minimo il rischio di infezione Sars-CoV-2 durante la gravidanza attraverso campagne di vaccinazione mirate e altre misure protettive”, spiegano gli autori che evidenziano come finora “le linee guida globali sono state equivoche sui potenziali pericoli di un’infezione Covid in gravidanza e sui benefici e la sicurezza della vaccinazione, tanto che oggi …  (Continua) leggi la 2° pagina Covid, gravidanza, rischi,

Dapagliflozin per l’insufficienza cardiaca


Il farmaco riduce il rischio e abbassa la mortalità

Uno studio pubblicato su Nature Medicine mostra la sicurezza e l’efficacia di dapagliflozin nei pazienti che soffrono di scompenso cardiaco con frazione di eiezione migliorata (HFimpEF).
Lo studio DELIVER ha valutato l’utilizzo di dapagliflozin in un campione di 6.263 soggetti con scompenso cardiaco sintomatico, il 18% dei quali aveva HFimpEF. Metà del campione è stato assegnato a ricevere 10 mg di dapagliflozin, e l’altra metà placebo.
Sono stati inclusi nello studio gli individui con/senza diabete mellito di tipo 2 e quelli ricoverati in ospedale o che hanno fornito assistenza in regime ambulatoriale per il peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
L’outcome principale era il deterioramento dell’insufficienza cardiaca o della morte per malattie cardiovascolari. Gli esiti secondari dello studio includevano il numero totale di eventi di scompenso cardiaco, come ricoveri ospedalieri …  (Continua) leggi la 2° pagina scompenso, dapagliflozin, molecola,