Cancro al pancreas, nuova speranza dall’immunoterapia


Studio prova a superare la resistenza modificando il microambiente tumorale

Il cancro del pancreas è uno dei più resistenti all’immunoterapia. Uno studio, coordinato dall’Istituto Oncologico Veneto e dall’Ateneo di Verona, traccia una nuova strada per provare a vincere questa resistenza, modificando il microambiente tumorale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Science Translational Medicine e vede il Professor Vincenzo Bronte, Direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS e docente di Immunologia dell’Università di Verona, come autore senior e corrispondente. I finanziatori dello studio sono stati il Cancer Research Institute, la Fondazione Cariverona, l’AIRC, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ed EuroNanoMed.
I ricercatori hanno analizzato un meccanismo di evasione dal controllo immunologico messo in atto dal tumore pancreatico integrando dati funzionali, fenotipici e molecolari e sviluppato …  (Continua) leggi la 2° pagina pancreas, cancro, immunoterapia,

Un esame delle urine per il cancro della vescica


Nuovo studio prospetta un approccio diagnostico rivoluzionario

Per trattare efficacemente un cancro della vescica è necessario intervenire il prima possibile, e per farlo i ricercatori puntano a una diagnosi sempre più precoce. In tal senso, i risultati di un nuovo studio internazionale sembrano promettenti.
I ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, dell’Università di scienze mediche di Teheran, del Massachusetts General Hospital e della Ohio State University hanno infatti messo a punto una nuova diagnosi basata sulle mutazioni genetiche rilevabili attraverso un esame delle urine. L’esame potrebbe individuare le primissime fasi di sviluppo della malattia, fino a 12 anni prima della comparsa dei sintomi.
Il cancro alla vescica è il quinto tumore più comune in Unione Europea, con oltre 200 mila nuovi casi ogni anno. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi non supera il 50 per cento, soprattutto a …  (Continua) leggi la 2° pagina tumore, vescica, diagnosi,

Cancro al polmone, nuovo trattamento per forma rara


Disponibile in Italia il farmaco amivantamab

Amivantamab, anticorpo bispecifico completamente umano, first-in-class, per il riconoscimento dei recettori mutati del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR) e della transizione mesenchima-epidermide (MET), sviluppato da Janssen, ha ricevuto dall’Agenzia italiana del farmaco la rimborsabilità per il trattamento di adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato, con mutazioni da inserzione dell’esone 20 attivanti del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR), dopo il fallimento della chemioterapia a base di platino. Si tratta della prima terapia ad essere approvata in Italia per questa rara mutazione.
In Italia, il tumore al polmone colpisce ogni anno oltre 40.000 persone, rappresentando la prima causa di morte oncologica negli uomini e la seconda nelle donne. In realtà, quando si parla di tumore polmonare si fa riferimento a un gruppo eterogeno di neoplasie, …  (Continua) leggi la 2° pagina polmoni, tumore, EGFR,

Cancro, come rendere più efficaci le CAR-T


Un interruttore biologico attiva le terapie cellulari contro i tumori

Un gruppo del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia, guidato dalla giovane ricercatrice Teresa Manzo, ha scoperto che l’acido linoleico, un lipide presente in natura, è in grado di migliorare i risultati della terapia cellulare con CAR-T e renderla efficace per molteplici tumori.
La terapia con CAR-T è una delle ultime frontiere per il controllo dei tumori resistenti alle terapie tradizionali. Si tratta di un trattamento personalizzato, in cui alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti T, vengono prelevati da un paziente, modificati in laboratorio per potenziarne l’azione antitumorale e infine reinfusi nel paziente stesso. Sebbene abbia prodotto straordinari risultati clinici nel trattamento delle neoplasie ematologiche, l’efficacia di questa terapia è ancora limitata per la cura dei tumori solidi, che rappresentano il 90% dei casi di …  (Continua) leggi la 2° pagina cancro, CAR-T, cellulari,

Tumori pediatrici, il dexrazoxano è cardioprotettivo


Nelle persone trattate con doxorubicina

I bambini affetti da cancro e trattati con doxorubicina beneficiano degli effetti del dexrazoxano, farmaco che assicura cardioprotezione a lungo termine. «Tra i giovani adulti sopravvissuti al cancro infantile, l’effetto cardioprotettivo è stato osservato quasi 20 anni dopo l’esposizione iniziale all’antraciclina», spiegano i ricercatori in un articolo pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.
Le antracicline aumentano il rischio di cardiomiopatia a lungo termine, e il dexrazoxano è una delle opzioni disponibili per la cardioprotezione. Il suo uso tuttavia è stato limitato nel tempo per paura che potesse aumentare il rischio di recidiva.
In uno studio precedente non sono però emerse differenze nella sopravvivenza globale o nel rischio di recidiva fra i bambini che lo avevano assunto.
Il nuovo studio ha coinvolto 195 sopravvissuti a un cancro che avevano preso parte a uno fra 4 …  (Continua) leggi la 2° pagina cancro, antracicline, cardioprotettivo,

Radioligandi, i giustizieri delle cellule tumorali


Nuovo approccio della medicina di precisione

Legarsi in maniera precisa alle cellule tumorali per poterle colpire con radiazioni terapeutiche e causarne la morte. È questa la strategia usata dalla terapia con radioligandi, approccio esemplare della medicina di precisione e personalizzata: precisa perché colpisce in modo mirato le cellule malate, personalizzata perché ogni paziente riceve un farmaco preparato appositamente e per il quale viene attivata una catena organizzativa che ne garantisce la consegna al paziente entro 72 ore dalla produzione.
Un’innovazione, questa della terapia con radioligandi, che nasce in Italia dalla ricerca svolta da Stefano Buono che, nel 2002, ha fondato una start up per portare su scala industriale un brevetto sviluppato durante gli anni passati al Cern. Si tratta di Advanced Accelerator Applications (AAA), parte del Gruppo Novartis, realtà all’avanguardia nel campo della medicina nucleare e di …  (Continua) leggi la 2° pagina radioligandi, tumori, cellule,

Chirurgia super: tolta prostata e impiantata protesi


Doppio intervento da record con l’aiuto del robot

La tecnologia robotica ha consentito la realizzazione di un duplice intervento chirurgico da record su un uomo di 62 anni. L’uomo, affetto da cancro della prostata, ha affrontato la rimozione della prostata e l’impianto nella stessa seduta operatoria di una protesi peniena infrapubica che garantisse una qualità di vita sessuale adeguata dopo la prostatectomia.
La doppia operazione è avvenuta all’Asst Sette Laghi ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese. A effettuare l’eccezionale intervento il primario della Uoc di Urologia Federico Dehò con i colleghi Paolo Capogrosso e Gabriele Antonini. Il paziente di 62 anni sta bene ed è stato dimesso in ottime condizioni fisiche. “Il tumore alla prostata – spiega Dehò – rappresenta oggi la prima malattia oncologica dell’uomo. Grazie allo screening e alla tecnologia a nostra disposizione si riesce ad effettuare una diagnosi sempre più …  (Continua) leggi la 2° pagina prostata, pene, protesi,

Cosa sono i cavernomi cerebrali


In Italia ne è affetta circa 1 persona ogni 200

Si stima che circa 300.000 persone in Italia abbiano un cavernoma cerebrale (o angioma cavernoso), circa 1 persona ogni 200. “Molti, però, non lo sanno e alcuni non lo sapranno mai perché il loro cavernoma non avrà mai una rilevanza clinica”, spiega alla Dire Christian Brogna, esperto internazionale nella chirurgia avanzata delle neoformazioni cerebrali e del midollo spinale. “I cavernomi possono localizzarsi nel cervello, nel cervelletto, nel tronco cerebrale o, più raramente, nel midollo spinale”. Ogni anno circa 1 persona ogni 400.000 riceve una diagnosi di cavernoma cerebrale.
Ma cosa sono i cavernomi? “Sono malformazioni vascolari rotondeggianti, simili a una mora, costituiti da un agglomerato di vasi anomali con pareti molto delicate. Possono misurare da pochi millimetri ad alcuni centimetri – continua Brogna – non sono tumori cerebrali e non metastatizzano ad altre parti del …  (Continua) leggi la 2° pagina cavernomi, cerebrali, malformazioni,