La prima ondata ha modificato screening e procedure di diagnosi
La pandemia da Covid-19, e in particolar modo la prima ondata del virus, ha stravolto moltissimi aspetti della salute: dalle diagnosi precoci, ai percorsi di cura, fino alla possibilità di proseguire i controlli in sicurezza per i pazienti cronici.
Tutti aspetti che in generale hanno peggiorato l’assistenza a tanti malati a livello globale e in particolare hanno rischiato di comprometterla per chi ha un tumore del fegato: a dimostrarlo è lo studio CERO-19, ideato dal Barcelona Clinic Liver Cancer – Hospital Clinic di Barcellona e dal Policlinico di Milano, e appena presentato al summit internazionale della società europea per lo studio del fegato (EASL).
Lo studio ha coinvolto 76 centri di tutto il mondo (Europa, Nord America, Sud America, Africa e Asia) con alta specializzazione per le patologie epatiche.