Alter ego virtuale come cardine di terapie innovative
Niente farmaci, ma un approccio comportamentale basato sull’utilizzo delle nuove tecnologie. È ciò che stanno tentando di fare diversi gruppi di ricerca per il trattamento di schizofrenia e depressione attraverso l’utilizzo di un avatar.
L’ultima ricerca in ordine di tempo, pubblicata su The Lancet Psychiatry, è firmata da Tom Craig e dal suo team del King’s College di Londra.
Craig spiega: «Un’ampia percentuale di persone con schizofrenia continua a sperimentare voci angoscianti nonostante un lungo trattamento, quindi è importante cercare forme di terapia più nuove, efficaci e brevi».
Quello di Craig è il primo vero studio randomizzato su larga scala volto a verificare la bontà di questo tipo di terapia. Allo studio hanno partecipato 150 pazienti che hanno continuato ad assumere la consueta terapia durante la sperimentazione.